giovedì 31 gennaio 2019

Sono tornata a casa e mi sono chiusa in camera a lavorare maniacalmente all’articolo su Sanremo* con le cuffie ascoltando prima interviste e poi la musica, scelta accuratamente perché mi piacesse ma non l’associassi a niente. Non sono praticamente uscita di camera, ho limitato i contatti umani e ora dovrei farlo, dovrei uscire di qua  - oramai l’articolo è pronto e mandato in revisione, niente più scuse - per andarmi a preparare  per la palestra, dovrei riuscire ad articolare le parole per chiedere a mia madre se ha sentito suo fratello o mia cugina, se ci sono novità dal giro in ospedale, ma non mi riesce. Se provo a parlare mi fa male la gola, sento come una mano che stringe la presa nell’esatto momento in cui tento di parlare.
Ho sempre parlato tanto, ma non sono mai stata buona a farlo per le cose che so che possono ferirmi. A scrivere le cose che mi fanno male, ad articolare così le domande che non vorrei, sono bravissima.
Ogni volta che penso che le cose si siano stabilizzate, che io abbia trovato un equilibrio tutto trema e va al suolo. E’ una continua scossa di terremoto che mi tolgono la calma e quel poco sonno che riesco a concedermi la notte.
Vorrei sparire, vorrei chiudere gli occhi e rendermi conto di non essere qua, di essere altrove, in un’altra vita. Sono stanca, troppo.





* Tra l’altro, stranamente, mi piace, quindi - visto l’andazzo generale di merda di tutto - non andrà bene e beccherò un cazziatone

domenica 27 gennaio 2019

Riassunto di un periodo oscuro.

Ho dato un esame, è andato più che bene, ma per quanto stupido l'ho vissuto veramente male sia prima di darlo sia a darlo. L'ho preparato non dormendo, non solo per studiare, ma perché non riuscivo a dormire, era un incubo dietro l'altro. Forse mi sono sbloccata, a breve dovrei anche iniziare a pensare alla tesi e a risolvere un casino col tirocinio o rifarlo. Vedremo.
Il Cantante, per quanto mi incuriosisca e avrei voglia di conoscerlo, è un capitolo semi-chiuso. Semi perché ogni tanto capita che, dietro mia iniziativa, ci scambiamo dei messaggi, ma niente di che. L'altro giorno l'ho ringraziato per una sua canzone, se sono riuscita a dare l'esame è anche merito suo che mi ha aiutato a non scappare, a non avere un attacco di panico.
A breve si laurea un'altra amica, forse ci sarà un tizio che mi scrisse in maniera poco carina - il classico che, senza conoscerti, ti dice quanto sesso gli fai e altri imbarazzanti commenti sul mio collo - e spero veramente non ci sia, vorrei godermi una delle ultime rimpatriate delle Mozzarelle. Chissà quando poi ci rivedremo tutte insieme.
Ultimamente ho intolleranza generale verso molte persone, alcune anche mie care amiche, ma credo sia il periodo, credo sia perché non mi capiscono e non fanno che toccare tasti dolenti. O perché sono cambiata io e loro sono rimaste le stesse, quindi per quanto gli voglia bene non è facile trovare un punto d'incontro.
Ah! A breve si dovrebbe laureare anche ragazzo-xanax che, sicuramente, si dimenticherà di invitarmi anche se lo aveva "promesso". Io ci resterò male, ma non me la prenderò, anche se vorrei rivederlo anche solo un'ultima volta. Giusto oggi ho ritrovato una nostra foto al primo anno, durante una lezione con incontro con una professoressa di un'altra università: io a prendere appunti, lui a giocare al telefono. Quanto erano belli quei tempi.

Vabbe, questo post non ha senso, ma mi andava di scrivere un po'.