tag:blogger.com,1999:blog-1548702714192457222024-03-27T07:37:51.970+01:00Is there any tea on this spaceship?Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.comBlogger580125tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-23266386388589526062019-11-29T13:48:00.001+01:002019-11-29T13:48:48.842+01:00Origami di una rondine, altrimenti detto ogni tanto migro ancora qua, come le rondini a fine estate.Sono molti mesi che non scrivo più qua, in realtà sono molti mesi che non scrivo più in generale. Non perché io non ne abbia bisogno, tutt'altro. Non scrivo più perché scrivere è, per me, fare auto-terapia e negli ultimi mesi, dove con ultimi mesi intendo da fine marzo fino ad arrivare a oggi, non ho avuto - e non ho - la forza di poter affrontare una seduta di auto-terapia.<br />
Ogni tanto, in questi mesi di silenzio, sono tornata a leggere i vecchi post, a leggere quelli degli altri. Ogni tanto ho anche tentato di scrivere un po', ma faceva tutto troppo male per poterlo fare. Non che ora faccia bene, ma forse avevo troppo bisogno di farlo per resistere ancora.<br />E' stato un anno duro, terribile, spietato in cui ho sperimentato le paure più nere, ansie così paralizzanti da togliermi letteralmente il fiato, ma allo stesso tempo ho fatto delle piccole conquiste.<br />
Sono indietro con l'università.<br />
Una notte di fine marzo mio padre mi ha chiamato per dirmi che aveva avuto un infarto ed era ricoverato.<br />
Il fratello di mamma è parecchio grave.<br />
Mamma sta male, quella piccola grande roccia di nonna mi ha abbracciata così forte che per un momento ho rischiato di non sorreggerla.<br />
Io ho l'ansia a fare qualsiasi cosa che esca un minimo dalla mia comfort zone.<br />Dormo pochissimo, quel poco che dormo dormo male.<br />Non scrivo, leggo tre pagine dei libri e perdo il filo.<br />
In realtà, nel mezzo, ci sono state tante piccole ferite, come dei tagli con la carta, di quelli che non ti rendi neanche conto di esserti fatto fino a che non senti bucare la pelle. Non dolorosi, ma fastidiosi, pungenti. Sono stati tanti, ho più tenuto dentro che altro, perché tutti erano troppo impegnati a stare dietro ai propri problemi che io, quella sempre forte, sempre pronta ad ascoltare tutti e tutto, non aveva nessuno con cui parlare. Non piango da mesi, non ho pianto neanche quando mio padre era in ospedale, neanche quando nonna mi ha abbracciato forte con gli occhi lucidi. Mai una lacrima.<br />
Avete presente il marmo? Bene, da fuori sono diventata uguale: bianca, lucida, fredda. Peccato che il marmo non sia poi così resistente, ci sono materiali più resistenti di cui, purtroppo per me, non sono fatta.<br />
Certo, non è stato tutto sempre negativo, ogni tanto ci sono stati spiragli di luce, come il maltempo dell'ultimo mese: giornate intere di pioggia e poi, per caso, spunta un po' di sole. Per poco, ma spunta.<br />Allora ho fatto un saggio in un palazzetto, vincendo la mia paura del pubblico, la mia consapevolezza che nel corso di aerea sono sempre un passo indietro.<br />
Ho imparato a uscire dalla mia comfort zone, ad andare a sentire qualcuno da sola perché mi va e nessuno vuole venire con me o se ne va via prima.<br />
Ho guadagnato di poter fare due programmi nella radio dell'università, devo imparare, la strada è lunga, ma è una cosa che faccio volentieri.<br />Ho ricevuto la responsabilità di tutta l'area musicale, la gestisco io e solo io so quanto questo mi stressa ma mi riempie di gioia.<br />Ho visto bei posti, incontrato bella gente.<br />
<br />
E' stato un anno duro, durissimo e per scrivere queste righe confuse ho usato così tanta energie che potrei benissimo dire di aver partecipato alla maratona di Boston, ma invece ho solo cercato di svuotarmi un po'.<br />
Chissà se tornerò a scrivere, se mi riuscirà mai.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-27797940710769740692019-03-15T13:58:00.000+01:002019-03-15T13:58:53.003+01:00Pesci: due stelle.<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: "Helvetica Neue", HelveticaNeue, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 15px; margin-top: 15px; outline: none 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Per la mia non troppo segreta passione per l'oroscopo, ieri Paolo Fox mi aveva dato due stelle. Io sono fermamente convinta che quando dà voti alti, porta male (ad esempio di questo, le giornate più brutte le ho avute quando ero nei primi posti della classifica).<br />A controprova di questa mia teoria, ieri:<br />
<ul>
<li>Ho partecipato a un programma radio, partecipando attivamente all'intervista.<br />(E' per un programma della Radio dell'università, uno dei nostri primi programmi e il musicista intervistato è uno che canta e suona nella scena italiana da anni (la sua carriera è più lunga dei miei anni di vita), uno che anche indirettamente ho sentito per anni, ma tutto questo è secondario alla mia emozione di sentire la mia voce in cuffia ed essere davanti a un microfono a fare quello che vorrei riuscire a fare nella vita. Mi stavo cagando addosso, ce l'ho fatta solo perché non ero da sola, ma sapevo di essere nel posto giusto al momento giusto.)</li>
<li>Ho scritto una <a href="https://www.instagram.com/recensioninonrichieste/" target="_blank">recensione</a> per i social con le amiche che è stata letta dai due musicisti, che hanno interagito in maniera super carina.</li>
<li>Uno dei due musicisti è, tra le altre cose e oltre uno dei miei artisti preferiti e autore di un brano la cui frase finirà sulla mia pelle, uno speaker radiofonico per cui nutro una stima infinita (la prima volta che me lo sono ritrovato davanti Amica mi ha sputtanato con "è quella a cui ti faccio mandare gli audio e che ti segue sempre!"), quindi il suo apprezzamento per me conta doppio.</li>
</ul>
Due stelle.<br />
<br />
Ho avuto due stelle.<br />
Infondo, il due è il mio numero porta fortuna.</div>
Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-85140427597393564322019-03-11T13:42:00.002+01:002019-03-11T13:42:32.455+01:00Twenty-five years and my life is still trying to get up that great big hill of hope for a destination.<div>
Durante il silenzio tra questo e il post precedente ho compiuto un quarto di secolo, compleanno che per certi versi ho vissuto piuttosto male. E' un'età che non sento mia, che mi sembra così grande, così definitiva come se dovessi per forza aver realizzato qualcosa, raggiunto dei traguardi, quando invece non ho fatto granché nella mia vita se non collezionare una lunga serie di fallimenti. Non riesco a pronunciarla, la mia età, senza un nodo allo stomaco, uno brutto, allora cerco di sviare: 21+4, il quarto anniversario dei ventuno. Qualcuno lo trova uno scherzo, qualcuno sa che dietro a questo mio modo di contare c'è tutta la mia difficoltà a crescere, a sentirmi un'adulta, ad accettare che i miei fallimenti e che non posso confrontare il mio percorso di vita con quello degli altri, perché ognuno ha i suoi tempi.</div>
<div>
Non voglio mai festeggiare, a maggior ragione quest'anno e c'ero quasi riuscita: partendo per la montagna il giorno del mio compleanno stava passando in sordina, poi qualcuno ha urlato "buon compleanno!" a tavola, qualcun'altro si è ricordato che il mio compleanno cadeva in quel periodo mentre portavamo gli sci in paese - "era la scorsa settimana?" "no, oggi" "cazzo, auguri! Stasera andiamo a festeggiare!" - e mi sono ritrovata trascinata in un vortice che si è concluso all'alba del giorno dopo rientrando in una camera d'albergo ubriaca e sorridente. Una parte di me ha pensato che avere la mia età non è la fine, non è un punto d'arrivo dove si contano i punti accumulati fino a quel momento, è solo una tappa. Un'altra parte di me, ora, pensa solo che era ottimismo da alcol, ma questa è un'altra storia.</div>
<div>
Ho iniziato il mio quarto anniversario dei ventuno con mio padre, lontana da casa e con persone che conoscevo poco o niente. L'ho iniziato andando a dormire sempre troppo tardi e alzandomi sempre troppo presto, portando le mie gambe al limite della loro resistenza spingendole giù dalle piste finché ne avevo voglia, ridendo e parlando di cose più o meno serie, ballando, prendendomi della pigra per non voler camminare un metro di più con gli scii in spalla, sentendomi coinvolta in un gruppo di cinque persone che si conoscono e tra cui io ero la nuova, l'estranea, ma non mi ci hanno fatto mai sentire. L'ho iniziato con il sapore di speranza di aver trovato nuovi amici, nuove persone con fare le cose senza il bisogno di riuscire a incastrare i miei impegni con quelli delle amiche più lontane. Certo, so che è solo una speranza, che ora che sono tornata a casa le cose non saranno proprio così, ma ieri ci siamo visti in tre su cinque, io col mal di pancia pensando di essere di troppo, di essere lì solo per il loro tabacco che poco importava se l'avessimo deciso ben prima di andare al cinema tutti insieme quella domenica una volta tornati a casa ("credo andrò a vederlo da sola" "vieni con noi! A me farebbe piacere!" - "Bionda, ci rivediamo prima o poi?" "M. la rivediamo domani!"), ma poi li ho visti arrivare: lei sorridente, lui ancora a sfottermi perché non sono andata alla spa. Lui che mi definisce "un'amica" in un discorso, lei che mi dice "magari ci vediamo in settimana" e io la sento ancora quella speranza di tempi migliori, di una zona che forse forse non può essere così terribile.<br />
So che alla fine queste speranze verranno deluse, perché io non so comportarmi, perché gli altri si dimenticano facilmente di me, ma per ora mi piace questa speranza di tempi migliori.<br />
<br />
Ah, sciare porta consiglio e tempi migliori: ho chiuso il capitolo Cantante. Lui è sparito, io ho sciato via la voglia di corrergli dietro.</div>
Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-4864505606891077722019-02-24T09:37:00.001+01:002019-02-24T09:37:16.044+01:00Origami e i Casi Strani che attira senza neanche volerlo: Il Cantante #2.E' stato deciso in un po' di corsa di andare a quel concerto che lui mi aveva buttato lì: scende un'amica da Milangeles, qua non c'era nulla da fare e Pisa è solo un'ora di strada, e, oltretutto, mi si era presentata pure la scusa di andare per via della radio, serviva qualcuno a fare il report della serata.<br />
Sentivo la pressione, porto un'amica a bere nella piazza degli studenti giusto perché volevo allontanarmi dal posto del concerto, dalla possibilità di vederlo, dalla possibilità di non vederlo.<br />Certo, il Caso è strano: tempo di allontanarmi e tornare, accendermi una sigaretta e vedo avvicinarsi un gruppo con uno da cui sotto il cappuccio spuntano dei capelli lunghi. Vado in panico, dimentico come ci si comporta da persona normale, ma che cazzo di effetto mi fa?<br />
Alla fine ho fatto in tempo ad entrare, a dire alla mia amica "io non saluto per prima nessuno" che è entrato nel locale vedendomi subito e venendo a salutarmi. Due baci sulla guancia, una mano sul fianco che io non so neanche se ho sognato, "sei venuta!". B. dice che nel tempo delle quattro chiacchiere non faceva che avere occhi che per me, che tutte le volte che ha tentato di parlare si è sentita invisibile perché lui neanche la sentiva. Io so soltanto che, come a dicembre, in quegli occhi azzurri mi ci potrei perdere.<br />
"Dopo tornate subito a casa?".<br />
Orbitiamo intorno come due satelliti, volendo o no non l'ho neanche ben capito: parlo con la mia amica di capodanno, me lo ritrovo accanto all'amica a darmi le spalle; me lo ritrovo a un metro per tutto il concerto (B. sostiene di averlo beccato almeno quattro volte girato a guardarmi/ci, una delle quali pure prolungata, io lo vedevo sempre girato verso il palco a cantare). Ci perdiamo dopo il concerto, balliamo a un ritmo diverso: io entro, lui esce, io esco, lui entra tutto senza incrociarci.<br />
Cosa mi hai chiesto cosa facevo dopo se poi neanche mi saluti prima di andartene?<br /><br />
Io, comunque, cretina come sempre gli ho scritto solo per confermare che aveva ragione sul tipo in concerto. Ovviamente, non risponderà.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-1993010280533377702019-02-22T15:10:00.002+01:002019-02-22T15:10:34.928+01:00Origami e i Casi strani che attira senza neanche volerlo: Il Cantante #1 - Pilot.Mi sono resa conto, parlando con le amiche, che la mia vita è sempre più simile a una serie TV di genere commedy, perché tra le mie avventure al volante, sui treni e in generale qualsiasi volta che metto piede fuori di casa ci sarebbe materiale per una mini serie di almeno tre stagioni. Siccome su questo blog abbiamo già "Origami e le sue (dis)avventure" e "Origami al volante pericolo costante", poteva mancare questo capitolo della mia vita che esisteva, ma non aveva un titolo? No. Ora che arrivo a questo punto mi domando a chi freghi di questa premessa, ma vabbe.<br />
<b><br /></b>
<b>Il Cantante #1 - Pilot.</b><br />
Una parte centrale della mia vita è composta dalla musica, è una cosa che non solo si nota parlando con me per più di cinque minuti, ma si nota anche passando da questo blog. Non faccio mistero di amarla, per questo amo andare ai piccoli festival musicali di provincia dove in un cartellone di due giorni ci sono si e no tre artisti un minimo più conosciuti perché per me è un modo per scoprire artisti nuovi. Così, quest'estate sono andata a un festival di due giorni dove ho fatto la mia solita figuretta da Origami: mi sono fatta vedere cantare sotto palco da questo bravo - davvero, è bravo davvero! - cantante che, non mi vergogno ad ammetterlo, quando ho scoperto la sua faccia dopo dieci giorni ad ascoltare il suo cd senza guardare manco mezza foto ho pensato "beh, complimenti a mamma e papà!". Lui mi vede cantare (infondo, ha suonato in un orario infelice e con poca gente sotto palco, cosa mi aspettavo io?), me lo fa sapere tramite l'amica che era a fare le foto e che gli riporta i complimenti, me lo fa sapere sui social quando vede che l'ho menzionato in una storia (dove, tra l'altro, stonavo la sua canzone che preferisco).<br />
Nata e morta lì, per me. Invece nei mesi c'è stata un escalation: da semplici botta e risposta su Instagram - dove lui ha pure <b>innocentemente</b> ribadito che ho un posto speciale nel suo cuore, essendo io la prima persona "sconosciuta ed estranea ai fatti" che cantava le sue canzoni - siamo arrivati a lui che, dal nulla, mi informa di una macchina per andarlo a vedere nella sua città per il suo ultimo concerto salvo poi fare marcia indietro nel messaggio dopo con "non ti metterei mai nelle loro mani" e a sempre lui che mi informa, senza poi dirmi altro, della serata indie in una discoteca in zona (sì, la famosa sera del cd regalato e del mio post al gusto di vodka lemon). Mi sono detta, dopo un paio di giorni di farfalle nello stomaco perché Santo Tom Hiddleston da Wembley quanto è gentile e quanto sono azzurri i suoi occhi, "basta, move on!". Rispunta, rispondendo a un messaggio che neanche ricordavo di averli mandato, le amiche gli scrivono giorni dopo fingendosi me e lui risponde socievole come non mai. Continuiamo con me che cerco di attaccare bottone, ma finisce in un nulla di fatto.<br />Febbraio. Io decido di tornare in me, superato Sanremo per me è un "basta!" vero, sono decisa a ritornare in me, perché non ha senso, è stato solo gentile.<br />Si rende conto di non seguirmi, iniziando a seguirmi (mentre parlavamo no, dal silenzio sì).<br />Non smette di seguirmi.<br />Inizia a commentarmi le storie.<br />Qua si apre lo scenario da Caso Strano che attiro senza neanche volerlo: se apre la conversazione lui, è socievole. La inizio io, con le sue stesse tecniche, è un palo in culo.<br />Uno dice vabbe, che vuoi che sia? Di Casi Strani così ne hai trovati a bizzeffe!<br />
Sì, me lo dico anche io. Salvo che gli altri C.S. non buttavano lì messaggi in cui tutti, nessuno escluso, vedono il sotto testo del "vieni a questo concerto?"/"sei a questo concerto?" salvo che poi quando potrebbe davvero dirlo, sparisce.<br />
Chiamiamo uno bravo... non per lui, ma per me, per capire come sia possibile.<br />
<br />
<br />
(Intitoliamo #1 - Il pilot, perché io dico che è finita qua, tutti dicono no. Vedremo.)Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-15831153981520979322019-02-22T13:58:00.003+01:002019-02-22T13:58:55.967+01:00Ultimamente ho una bassa tolleranza per le critiche, più o meno costruttive, che mi vengono mosse da determinate persone. Ad esempio è da ieri che rifletto sulla frase, “<i>è vero, hai uno stile molto anni 90 e mi piace, ma spesso sei ancora <b>troppo maschiaccio</b>.</i>”.<br />Sarà che, come ho scritto all'inizio, ho una bassa tolleranza verso le critiche che vengono mosse da determinate persone, ma piegando i panni e sistemando i vestiti sparsi per camera non ho ben capito cosa ci sia (ancora) di troppo maschiaccio. Il fatto che di base vado giro in jeans e felpa? Perché per vestirmi bene e sfoderare una gonna o un vestito aspetto un occasione decente anziché mettermela per andare a portare il cane?<br />
Quello che mi perplime di più non è che nonostante tutti i miei sforzi per trovare il mio stile - trovando un equilibrio tra mio gusto, il mio voler stare comoda, la mia comfort zone e, perché no, un pizzico di maggiore femminilità - io venga ancora vista come un maschiaccio, come Mario, ma mi perplime di più il fatto che nel 2019 il fatto di non vestirsi sei giorni su sette con abiti considerati femminili e con delle scarpe alte - cosa che, essendo bassa, mi sento dire da anni - sia ancora stigmatizzato, come se dovessi vergognarmi di avere una mia personalità che si esprime anche attraverso i jeans e la felpa enorme della mostra di Andy Warhol.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-37188296980967597502019-02-20T13:22:00.002+01:002019-02-20T13:22:11.453+01:00Prima o poi, appena avrà una mezza giornata di pace (mentale, soprattutto), inaugurerò su questo blog la rubrica "Origami e i Casi strani che attira senza neanche volerlo", ma per ora voglio solo appuntarmi che nonostante lanci segnali non chiari che ci lasciano tutte - e tutti confusi - non è giusto che abbia tutto quello che mi piace in una ragazzo (bella voce, begli occhi, belle labbra, bei capelli - cazzo, fanno invidia a me!) e che io non possa averlo.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-5398384650807960922019-02-07T13:25:00.000+01:002019-02-07T13:25:40.175+01:00E quindi per ogni volta che vorrò sentirti chiuderò gli occhi su questa realtà.Ciao Nonno,<br />
so che continuare a scriverti non ha più senso, l so da anni, ma ogni tanto avrei bisogno di sedermi in salotto con te - tu sulla poltrona a dondolo dal lato della finestra io o sull'altra poltrona o sul divano - e parlare, parlare, parlare. Non posso più farlo, quindi non mi resta che vomitare tutto su carta con l'inchiostro.<br />
Io lo so che, ora, ti parlerei anche del mio mondo interiore, ora che ho superato l'adolescenza, ora che avrei bisogno della tua saggezza, dei tuoi consigli. Ora che sono sempre più vicina al quarto di secolo e mi sembra di sapere meno cose di dieci anni fa, ora che mi sembra di essermi dimenticata di come si cammina.<br />
Mi manchi, mi manchi ogni volta che mi sento sbagliata mentre con te mi sono sempre sentita giusta, anche quando in casa tutti mio chiedevano di cambiare. Mi manchi ogni volta passo da casa degli zii, ogni volta che salgo e casa non più <i>quella </i>casa. Mi sei mancato quando ho la visto P. e abbiamo parlato un po' di te e, sai, non le ho detto che ho capito che per entrambe eri un po' come la bussola per un marinaio, avrei voluto dirglielo e sentirmi capita, sentirmi meno sola nel pensarti ancora come una bussola, quella bussola oramai persa sul fondo del mare.<br />
Sai, a Sanremo c'è questa canzone scritta per un nonno che non c'è più. Sarà per quelli squarci di provincia che si sentono tra le parole, sarà che ogni provincia - in Toscana soprattutto - sono tutte uguali, sarà per la nostalgia delle parole, ma dal primo ascolto ti ho pensato, ti ho pensato tanto, ti ho ritrovato tra quelle parole. Vorrei tanto i tuoi consigli, vorrei potertela fartela sentire e dirti le cose che non ti dissi mai quando eri qua, chissà se, però, le hai capite anche senza che parlassi.<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
"<i>Mi tengo stretto addosso i tuoi consigli</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Perché lo sai che qua non è mai facile</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Per chi fa muso contro, ancora</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>E quindi</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Per ogni volta che vorrò sentirti</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Chiuderò gli occhi su questa realtà</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Nonno mi hai lasciato dentro ad un mondo a pile</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Una generazione che non so sentire</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Ma in fondo siamo storie con mille dettagli</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Fragili e bellissimi tra i nostri sbagli</i>"</div>
<div style="text-align: right;">
-<span style="font-size: xx-small;"> Enrico Nigiotti, Nonno Hollywood.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/qX0Zee7f6u8/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/qX0Zee7f6u8?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-32204827162680410452019-02-03T21:26:00.000+01:002019-02-03T21:26:06.023+01:00You’re just another story I can’t tell anymore.Non sapevo cosa mettermi domani, per una questione di sentirmi sempre inadatta tutto quello che avevo nell’armadio mi sembrava troppo o in un verso o in un altro. Volevo scegliere da sola, ma alla fine ho chiesto aiuto alle amiche lasciando scegliere loro tra due abbinamenti camicia+jeans, perché mi convincevano entrambi poco. Il voto ha unanimemente optato per una camicia blu con le ancore abbinata a dei jeans blu, quando ho scelto l’opzione non mi ero ricordata di una cosa: la camicia era quella del mio primo esame, quello dove mi feci volutamente bocciare allo scritto e ragazzo-xanax, il quale dava l’esame con me e ci eravamo sentiti quasi tutti i giorni mentre lo preparavamo (da cose serie a cagate pazzesche), si arrabbiò rompendo quella su aura di calma per la mia decisione di non rispondere o di sbagliare alcune risposte per non andare all’orale. Fu anche la volta in cui gli scrissi disperatamente di fermarsi a un tabacchino per prendermi le sigarette, arrivò e la prima cosa che mi disse, lo ricordo ancora, fu che non aveva trovato un tabacchino ma “ti faccio tutte quelle che vuoi”.<br />
Questa camicia, alla sua discussione, mi sa di chiusura, del degno silenzioso addio che sarà (la tristezza la terrò per domani, quando finirò a scrivere su un treno di ritorno).Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-29940422747619876022019-01-31T19:44:00.002+01:002019-01-31T19:44:18.425+01:00Sono tornata a casa e mi sono chiusa in camera a lavorare maniacalmente all’articolo su Sanremo* con le cuffie ascoltando prima interviste e poi la musica, scelta accuratamente perché mi piacesse ma non l’associassi a niente. Non sono praticamente uscita di camera, ho limitato i contatti umani e ora dovrei farlo, dovrei uscire di qua
- oramai l’articolo è pronto e mandato in revisione, niente più scuse -
per andarmi a preparare per la palestra, dovrei riuscire ad articolare le parole per chiedere a mia madre se ha sentito suo fratello o mia cugina, se ci sono novità dal giro in ospedale, ma non mi riesce. Se provo a parlare mi fa male la gola, sento come una mano che stringe la presa nell’esatto momento in cui tento di parlare.<br />
Ho sempre parlato tanto, ma non sono mai stata buona a farlo per le cose che so che possono ferirmi. A scrivere le cose che mi fanno male, ad articolare così le domande che non vorrei, sono bravissima.<br />
Ogni volta che penso che le cose si siano stabilizzate, che io abbia trovato un equilibrio tutto trema e va al suolo. E’ una continua scossa di terremoto che mi tolgono la calma e quel poco sonno che riesco a concedermi la notte.<br />
Vorrei sparire, vorrei chiudere gli occhi e rendermi conto di non essere qua, di essere altrove, in un’altra vita. Sono stanca, troppo.<br />
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<br />* Tra l’altro, stranamente, mi piace, quindi - visto l’andazzo generale di merda di tutto - non andrà bene e beccherò un cazziatoneEmhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-10499297999574248952019-01-27T19:45:00.000+01:002019-01-27T19:46:11.578+01:00Riassunto di un periodo oscuro.Ho dato un esame, è andato più che bene, ma per quanto stupido l'ho vissuto veramente male sia prima di darlo sia a darlo. L'ho preparato non dormendo, non solo per studiare, ma perché non riuscivo a dormire, era un incubo dietro l'altro. Forse mi sono sbloccata, a breve dovrei anche iniziare a pensare alla tesi e a risolvere un casino col tirocinio o rifarlo. Vedremo.<br />
Il Cantante, per quanto mi incuriosisca e avrei voglia di conoscerlo, è un capitolo semi-chiuso. Semi perché ogni tanto capita che, dietro mia iniziativa, ci scambiamo dei messaggi, ma niente di che. L'altro giorno l'ho ringraziato per una sua canzone, se sono riuscita a dare l'esame è anche merito suo che mi ha aiutato a non scappare, a non avere un attacco di panico.<br />
A breve si laurea un'altra amica, forse ci sarà un tizio che mi scrisse in maniera poco carina - il classico che, senza conoscerti, ti dice quanto sesso gli fai e altri imbarazzanti commenti sul mio collo - e spero veramente non ci sia, vorrei godermi una delle ultime rimpatriate delle Mozzarelle. Chissà quando poi ci rivedremo tutte insieme.<br />
Ultimamente ho intolleranza generale verso molte persone, alcune anche mie care amiche, ma credo sia il periodo, credo sia perché non mi capiscono e non fanno che toccare tasti dolenti. O perché sono cambiata io e loro sono rimaste le stesse, quindi per quanto gli voglia bene non è facile trovare un punto d'incontro.<br />
Ah! A breve si dovrebbe laureare anche ragazzo-xanax che, sicuramente, si dimenticherà di invitarmi anche se lo aveva "promesso". Io ci resterò male, ma non me la prenderò, anche se vorrei rivederlo anche solo un'ultima volta. Giusto oggi ho ritrovato una nostra foto al primo anno, durante una lezione con incontro con una professoressa di un'altra università: io a prendere appunti, lui a giocare al telefono. Quanto erano belli quei tempi.<br />
<br />
Vabbe, questo post non ha senso, ma mi andava di scrivere un po'.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-52012831272068542352018-12-24T14:50:00.002+01:002018-12-24T14:51:43.313+01:00Cose positive in ordine sparso 2018 edition. Quest'anno ha avuto alti e bassi-bassissimi, ma ho deciso che è bene che io mi segni, in ordine totalmente casuale, tutte le cose belle successe quest'anno, per quando mi dimenticherò cosa mi ha dato un sorriso.<br />
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I lividi di aerea.<br />
Le Melogrananas.<br />
Il Cat Caffè.<br />
La Queen.<br />
La grigliata di luglio.<br />
San Patrizio a Milano.<br />
Andrea Delogu che retwitta un mio pezzo per il blog della radio dell'università definendosi "lusingata così".<br />
Livigno 2018.<br />
Le amiche.<br />
Il Pop-It.<br />
I miei capelli di nuovo corti.<br />
Lucca Comics.<br />
Le compagne di aerea.<br />
Il concerto de Luci Della Centrale Elettrica.<br />
Le serate a Pisa.<br />
Il cd regalato alle tre di notte quando sei a ballare.<br />
Gli space buns.<br />
Gli space buns verdi a Saint Patrick.<br />
Le paste di mandorle.<br />
I traguardi raggiunti da determinate persone.<br />
Io che imparo a socializzare.<br />
Il ragazzo di Livigno e il suo mancare di senso.<br />
Le serate a base di troppe sigarette con M.<br />
Lo spettacolo di Dente e Guido Catalano.<br />
La presentazione de "Il Re Bianco".<br />
Toffolo.<br />
Il cosplay di Winter Soldier.<br />
Il Cantante.<br />
Le frasi carinissime del cantante, prive di doppi fini.<br />
Nuotare in mare dopo anni.<br />
Il Fotografo, nonostante come sia andata.<br />
Imparare ad andare in giro con la gonna senza farmi paranoie.<br />
Socializzare di più.<br />
Alle persone senza senso che mi hanno regalato una risata.<br />
Narnia.<br />
Preoccuparmi di meno.<br />
Le amicizie dell'Università.<br />
Milano. Sempre. Ancora.<br />
Il concerto dei Negrita con E. e zia.<br />
Riallacciare determinati rapporti, che anche se non tornano come prima, è sempre bello ritrovarli.<br />
La musica nuova scoperta quest'anno.<br />
Le bevute con le amiche, anche quando i cocktail hanno perso l'alcol per strada.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-8560748212777844552018-12-22T08:53:00.002+01:002018-12-22T19:31:17.894+01:00Post al sapore di vodka lemon.Ero a ballare con la mia amica, è arrivato Cantante che mi ha preso, mi ha fatto fare una piroetta su un remix di De André e mi ha fatto segno di aspettare, prima di sparire. E' tornato, mi ha preso per mano e portato fuori - "copriti, fa freddo", guardandomi a mezze maniche con la camicia legata in vita - per regalarmi il suo cd. "Lo dovevo fare. Mi ero promesso che se ti vedevo, dovevo regalarartene una copia". Io completamente persa davanti al suo fare impacciato e quegli occhi azzurri da paura.<br />
Siamo rimasti a parlare, lui che mi diceva di dover tornare a casa ad un'ora da qua - "solo un'ora!? Pensavo di più" "Sei tu che guidi piano" - e io non ho capito un cazzo, ma io in quegli occhi azzurri mi stavo perdendo e gli ho passato il bicchiere, scherzando che non voglio averlo sulla coscienza.<br />
Ci siamo salutati, dopo quattro chiacchiere, rientrando lui dai suoi amici, io dai miei, per poi ritrovarmi a fumare da sola.<br />
"Vado, mi ha fatto piacere" "Anche a me".<br />
E dopo BFF mi ha informato che a L. piaccio, a me no, tanto più dopo quegli occhi azzurri bellissimi.<br />
<br />
<br />
(Cose scritte alle 3:30am seduta su un divanetto in un locale).Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-10240690172186168132018-12-21T16:54:00.004+01:002018-12-21T16:54:49.805+01:00Quest'anno è l'anno degli Houdini.Prima GorgeousBoy che ci prova - ricambiato - per una settimana, si crea la situazione per un limone che viene malamente sprecata da entrambi, poi al ritorno prima tenta di mandare avanti la conversazione per poi sparire dietro a un armadio (primo cittadino di Narnia).<br />
Poi c'è NarniaBoy che compare e scompare per poi scomparire del tutto dopo aver anche detto di essersi dimenticato di scriverti duecento volte (ne bastava mezza, comunque…).<br />
Per finire il 2018, perché non c'è due senza tre, arriva il Cantante: tizio visto esibirsi durante un piccolo festival, bravo - la sua musica e la sua voce mi piacciono davvero! - e pure discretamente carino con questo capello lungo mosso che<i> 'stica</i>!; ci scambiamo dei messaggi, mi dice pure una mezza cosa carina perché si ricorda di me che canto le sue canzoni - consiglio: se siete a sentire un tizio e sotto al palco siete in pochi, non cantante. Verrete notate! -, ma poi iniziano a succedere cose strane, tipo ce prima dal nulla ti informa su dove suona, il giorno dopo ti suggerisce come andare per poi fare un passo indietro(?) e dire che non ti mettere mai nelle mani di quelle persone (e, sia chiaro, "mettere nelle mani" sono parole sue!). Oggi siamo arrivati al “stasera c'è la serata tale in tale paesino” con chiaro sottotitolo che ci sarà, gli dici che sei già organizzata per andare… sparisce, <i>puff!</i> Non ti dice più a.<br />
Ora, io per il 2019 ho solo un buon proposito: andare io a Narnia e cacciarli da lì, perché Narnia me la merito io. Magari pure smetterla di avere una calamità per i D.U.P (Disagiati Umani Patologici) o smetterla di trovarli dannatamente carini per poi scoprire che sono dei D.U.P!Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-83159631731536001432018-12-11T22:57:00.002+01:002018-12-11T22:57:59.242+01:00Il legno no, finché può nasconde, si lascia torturare ma non confessa.Io sto bene.<br />
Sto sempre bene.<br />
Questo è quello che credono tutti.<br />
Non ho problemi, non ho dolori, non ho niente che mi rimbombi in testa.<br />
Io sto bene. Sempre.<br />
<br />
E’ quello che faccio credere, perché non dico mai che sto male, non dico mai quante notti effettivamente passo sveglia e quante invece dormo... male, malissimo tra incubi e sogni che mi portano a svegliarmi.<br />
Non parlo di quanto vada tutto a rotoli.<br />
Di quanta aria mi manchi.<br />
Di quanto non arrivi una notizia decente neanche se la pagassi.<br />
<br />
Ma io sto bene. Non mi lamento, non dico mai nulla. Al più divento taciturna, resto in casa, ma finisce lì.<br />
<br />
Invece sto per crollare a piangere per tutto e per niente.<br />
Però sto bene.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-17903023225294740352018-11-30T21:55:00.003+01:002018-11-30T21:55:49.780+01:00Oggi avrei mille motivi per sorridere senza ma e senza se: la mia amica mi ha fatto un regalo bellissimo, la laurea di T. è stata una cosa scialla e carina con T. che ha dato due grandi gioie e una tesi esposta in modo magistrale, più altre piccole cose che saranno sempre un bel ricordo ("è una foglia strana, va bene per la Mara"), poi c'è il caffè tra amiche e una cartolina-regalo carinissima che amo. Avrei mille motivi per sorridere, ma sono su un treno regionale ad aspettare che parta e ho un magone assurdo.Ieri sera, senza motivo e senza diritti, una canzone mi ha ricordato ragazzo-xanax che speravo di vedere per risentirmi come ai vecchi tempi, ma invece niente. Gli ho scritto un messaggio con un sottotesto che era un mi manchi neanche troppo nascosto tra le righe, sospetto che anche lui l'abbia capito, dopo discorsi di università, di tesi - cosa non si fa per non parlare con qualcuno che ci manca - gli ho detto di vederci per un caffè prima della sua laurea, perché non ricordo più che faccia abbia. Resterà un "va bene" campato in aria. Resterà sempre il grande "ma se" della mia vita (universitaria).<br />
Lui resta un "va bene" senza niente. Un ragazzo che vogliono che io conosca, per cui mi pressano, mi ha invitato per un aperitivo lunedì per conoscerci meglio e io, questo apertivo, non lo voglio. Lo vorrei con altre persone che vorrei (ri)conoscere, che vorrei conoscere, ma non con lui che già dal nome mi crea disagio ogni volta che mi scrive.<br />
Sono in treno, fa caldo, ma tremo, non so cosa fare, non so perché mi hanno messo in una situazione che mi crea ansia e disagio, che mi toglie il sorriso quando ne avrei tutte le ragioni. In testa ho un cantante sconosciuto che canticchia "io vorrei dirti che sto bene".Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-61364746516648184352018-11-29T23:16:00.001+01:002018-11-29T23:16:31.866+01:00Voglio Milano, al massimo un gatto.Sono tornata dalla palestra ed ho solo voglia di sedermi in terra a piangere per non so bene quale motivo. Forse niente. Forse per tutto.<br />
So che i miei amici non lo fanno con cattiveria di volermi presentare qualcuno, di chiedermi cosa pensi di questa persona, ma io non le voglio queste attenzioni. Non voglio che mi presentino qualcuno a cui secondo loro io possa piacere, che possa piacermi come non voglio essere presentata come una Ferrari quando io so di essere una Mini Cooper d'epoca: non vado benissimo, non piaccio a tutti e non mi sforzo neanche di farlo. Non voglio qualcuno che dica di me che mi trova bella - so di non esserla, non mi piace sentirlo dire quando so com'è la realtà -, non voglio qualcuno di presentatomi a forza di cui io non so che dire mentre lui dice di me che sembro interessante, come non voglio che mi si chieda che ne pensi, che non sembra uno stupido ed ha dei principi. Non voglio una persona che, oltretutto, si chiama come l'ennesima ferita che ho inflitto alla mia sicurezza, al mio orgoglio, alla mia fragile stabilità. Non voglio una persona spinta nella mia fottuta incasinata vita che gestisco a mala pena. Non voglio chiudermi in bagno perché mi fanno sentire fuori tempo, fuori posto, fuori tutto.<br />
Voglio stabilità. Voglio qualcuno che capiti per caso o che al massimo provo io a fare entrare e forse neanche così vorreo qualcuno.<br />
Ora vorrei solo Milano, il freddo, le strade caotiche, il mio ricordarmi cosa voglio da qua a cinque, dieci anni. Voglio Milano, non una persona.<br />
Al massimo un gatto.
Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-19893568267755086622018-11-20T13:30:00.000+01:002018-11-20T13:30:08.494+01:00E andiamo vedere le luci della centrale elettrica.Quando sono uscite Le Luci Della Centrale Elettrica facevo la prima superiore e a farmeli scoprire, come altre band del medesimo genere, fu una mia compagnia di classe a cui diedi una pennina usb da riempirmi di canzoni nuove da sentire. Fu amore a primo ascolto, perché da lì in un modo o in un altro c'era sempre una loro frase, Vasco Brondi era diventato una di quelle persone che scrivendo le sue canzoni parlava un po' per me.<br />
<div>
Ci sono state frasi che erano, sono e saranno sempre una costante nella mia vita, ci sono canzoni che anche se sono cambiata tantissimo continuano ad essere il mio rifugio, altre sono uscite dopo ed erano - e sono - la canzone giusta al momento giusto. "Eyeliner per andare in guerra", un determinato passaggio di Cara Catastrofe, "Che siamo donne, siamo donne oltre il burqa e le gonne" diventato un mantra nel periodo della maturità e così tante altre che riassumono un determinato momento, mi ricordano qualcosa, qualcuno.<br />
Ieri sera ho pianto, inizialmente erano lacrime qua e là, su qualche frase, su qualche nota sparsa, poi è arrivata una canzone, messa sul finire della scaletta, e mi sono ritrovata a piangere dalla prima all'ultima nota. Non era un pianto rumoroso, non era neanche pesante: era silenzioso, lento, liberatorio. Vasco con Le Luci Della Centrale Elettrica canta "<i>Ci sarò io e arriverò, felice da fare schifo e libererò tutti i tuoi pianti trattenuti</i>", ho sempre pensato preannunciasse qualcuno, ma invece preannunciava sé stesso, il suo concerto e io in mezzo alla folla che piango piano liberandomi.<br />
E' sempre bello quando la musica ti entra sotto pelle, ti scava, ti ricuce ed è ancora più bello quando lo fa da così tanti anni.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqq9NNkLR0WF2hUxr3RsJvAA8DoxiJMzjZSPRYxSw8oWU2VQKq5V0bBd2gDDbNLwfyK7ONHuUvswQtcPijRs-6hU7_PXQ-e6PEPhIkrtQeXm5yHWhWlNoitujBj6Scq0ltaOi3payn8Ac/s1600/8a5ddd69-7bb5-4604-b598-b66c9c85acc4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqq9NNkLR0WF2hUxr3RsJvAA8DoxiJMzjZSPRYxSw8oWU2VQKq5V0bBd2gDDbNLwfyK7ONHuUvswQtcPijRs-6hU7_PXQ-e6PEPhIkrtQeXm5yHWhWlNoitujBj6Scq0ltaOi3payn8Ac/s400/8a5ddd69-7bb5-4604-b598-b66c9c85acc4.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le Luci Della Centrale Elettrica,<br />
19 novembre 2018, OBIHall.</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-9195628186069237192018-11-19T15:06:00.003+01:002018-11-20T13:08:00.064+01:00L'eyeliner per andare in guerra.Sono delusa, incazzata, vagamente offesa. Non tanto con lui che in tutto questo è riuscito a mandare un messaggio dove non ha ancora deciso cosa fare, ma da me.<br />
Da me che ho sperato di scoprire di più una persona che potrebbe interessarmi, che mi affascina, che ho sperato che farsi quattro ore tra andata e ritorno più un concerto insieme potessero aiutarmi a capire se per una dannata volta avevano ragione le amiche. Sono così delusa da me che ho sperato che per una volta potesse andarmi bene con un ragazzo, che ci ho sperato come una cretina, io che non faccio mai errori illogici, che non spero mai su cose impossibili.<br />
Ora sono a casa, lo zaino quasi pronto, la borsa da ricontrollare, i capelli ultra viola che mi fanno dire che sono un personaggio dei fumetti e posso tutto (e per ricordarmelo ho messo pure la maglia di Batman), la felpa regalo delle amiche come forma di conforto. Sono delusa da me, ma sto per andare via da sola per un concerto da sola e mi sembra la più grande vittoria di questo anno, un anno fa non lo avrei fatto.<br />
Vasco - Brondi, non rossi - ha appena cantato "<i>l'eyeliner per andare in guerra</i>", io devo finire di darmelo e andare in guerra. Quella personale.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-86769714938674001202018-11-14T17:45:00.002+01:002018-11-14T17:45:18.265+01:00La prova che io non sono normale:Ho avuto meno difficoltà a chiedergli di vederci per un caffè rispetto a quante ne sto avendo ora a scrivergli per delle delucidazioni per una cosa stabilita un mese fa.<br />
Io vorrei essere una ragazza normale. Davvero.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-16418952661871693162018-11-07T15:35:00.001+01:002018-11-11T14:31:36.331+01:00Di Narnia e altri posti in cui sparire.Il tipo non lo sento da settimane, da quando si era fatto vivo per chiedermi di un concerto - che si terrà tra poco meno di due settimane - per cui mi ero segnata nel calendario. I suoi "ti farò sapere se andrò a qualche evento che andiamo insieme" non si è mai tramutato in un fatto concreto e, per un breve periodo, mi ha abbattuta. Mi sono risentita inetta, inadatta e tutte le altre cose negative che formano la mia insicurezza, ma poi una mattina mi sono svegliata e mi sono detta che io ci avevo provato, il mio lo avevo fatto - magari potevo giocarmi meglio le mie carte? Potevo farmi viva di più? - e che se è andata così è perché doveva andare così.<br />
La verità è che non gli piaci abbastanza mi ha insegnato che se uno vuole farsi vivo, si farà vivo. Io il carattere di fare la sottona facendomi viva ogni 2x3 non ce l'ho, non voglio avercelo e quindi va bene così.<br />
Certo, ora si pone il problema che siamo rimasti che dobbiamo organizzarci per il concerto del 19 visto che "allora andiamo insieme" e si tiene a due ore/due ore e mezza di autostrada da qui, vale a dire un viaggio insieme ad uno che è sparito a Narnia senza darmi le coordinate per arrivarci anche io (perché io, comunque, sono della generazione che Caspian se lo ricorda e anche bene) e, insomma, sento già l'imbarazzo crescere.<br />
<br />
<br />
E rendiamoci conto che questo confusionario sfogo di pensieri contorti e vagamente incoerenti tra loro sono il cinquecentosessantesimo post. Non credo che poteva esserci modo più adatto per arrivare a cifra tonda.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-18481378043987621022018-11-07T15:24:00.002+01:002018-11-07T15:24:37.212+01:00Cose positive in ordine sparso #3.Un ordine sparso così sparso che neanche lo dividerò per giorni:<br />
la banda al completo (anche detta "la reunione del Marvel Bunch");<br />le amiche;<br />il funko pop di Arya Stark;<br />
Lucca Comics;<br />
Lucca Comics vestita da Winter Soldier sentendomi più me stessa di quando sono nei miei panni;<br />
i mega abbracci di chi vedi di rado;<br />
la graphic novel de Lo Stato Sociale;<br />
una parte de Lo Stato Sociale che ti riconosce e ti saluta ore dopo;<br />
"siamo riuscite a farti uscire in leggins!";<br />
truccarsi per Halloween;<br />"il tuo braccio è bellissimo!";<br />
lo shopping nerd;<br />
Halloween;<br />
Lucca Comics pt 2.;<br />
cene al giappo-cinese finite in lacrime;<br />
piangere dal ridere;<br />
i sorrisi, i miei, quelli degli altri.<br />
<br />
E tutto questo mi serve per ricordarmi che in giornate buie come quelle che ne sono seguite, c'è sempre un pensiero positivo.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-51281237788905668702018-10-18T12:46:00.004+02:002018-10-18T12:46:55.458+02:00Mille cose da fare, tutte relativamente piacevoli, ma l'unica cosa che vorrei fare in questi giorni è lanciare il telefono in mare e poi tuffarmici, sparire nuotando.<br />Ecco.<br />L'ho reso un pensiero concreto.<br />Vorrei far perdere le mie tracce, andarmene senza dire a nessuno dove stia andando, come stia - a chi importa poi? - e se io sia viva.<br />
<br />E' uno di questi giorni.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-52649426722058392702018-10-11T23:00:00.000+02:002018-10-11T23:00:41.061+02:00Sì, okay e ora!?Dopo che due persone, non troppo amiche e che non si capisce che rapporto ci sia tra loro, sono uscite (e non è successo nulla) chi deve farsi sentire? Lui? Lei? Chi ha scritto l'ultimo messaggio deve aspettare che l'altro si faccia vivo? L'invitato deve farsi sentire nonostante l'ultimo contatto tra i due è il suo?<br />
Esistono delle regole?<br />
<br />
(Neanche mi piace e sto a farmi domande, non potevo nascere menefreghista?)Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-154870271419245722.post-51903724796936118942018-10-09T23:49:00.001+02:002018-12-24T14:30:15.784+01:00Sometimes you just have to go with the waves.Una decina di giorni fa, dal nulla, mi scrisse che la settimana successiva sarebbe tornato in vita.<br />
Niente. La settimana seguente era ancora disperso a Narnia.<br />
Ieri sera, mentre camminavo per strade buie mandando audio alle amiche per distrarmi dall'orribile sensazione di pericolo, mi è arrivato un messaggio.<br />
"Domani pomeriggio?".<br />
Una parte di me diceva tiratela, dì che non ci sei, che hai da fare.<br />
Un'altra parte di me di non sprecare l'unica volta che sembrava essere tornato in vita.<br />
Ci siamo messi d'accordo tra ieri sera e questa mattina, oggi pomeriggio ci siamo visti.<br />
Ho trovato parcheggio prima di lui, arrivando poco prima di lui al luogo prefissato finendo per sedermi su delle scale su cui non mi sedevo dalle superiori e ho trovato il tempo di sentirmi diversa, in modo migliore, da quella che ero.<br />
E’ arrivato sorridendo mentre ero seduta a fumare, si è seduto salutandomi, chiedendomi come stessi e si è ricordato che volevo sapere se era passato al test. Abbiamo camminato per andare ad una libreria per cui ci siamo persi la via per girare, allungando la strada, perché voleva cercare un libro di Goethe sui colori - “<i>ho letto la citazione su un libro per il test, ero curioso. Mi può servire per la fotografia</i>” - che poi ha trovato due ore dopo in un'altra libreria, ordinandolo. Abbiamo chiacchierato prendendo il caffè, fumando ed è stato attaccato da un anarchico piccione, ma ha riso ed era carino.
Legge, ha detto che penserà anche lui ad un concerto a cui sto pensando di andare perché gli piace la band - una delle mie preferite -, è alla mano e ha la pancetta da birra che mi fa sempre sorridere perché mi fa preoccupare meno di come appaio imperfetta io, perché mi fa convincere che le imperfezioni possono fare simpatia.<br />
Ci siamo salutati ad un semaforo, due baci sulla guancia e non so se ci rivedremo da soli o a qualche evento, non so se succederà mai altro, ma anche se fosse un amico/una conoscenza in più, sarà un guadagno.<br />
Ero in anticipo sulla palestra, sono passata da un'amica per rendere una mezza verità il mio "<i>vado dalla D</i>.", mi ha consigliato di scriverli per ringraziarlo della compagnia, perché "se aspetti lui...", messaggio che non ha avuto risposta, ma io sono comunque andata in palestra contenta, ho fatto la mia lezione meglio del solito - "<i>dillo che ti sei dopata!</i>" - e non sto controllando neanche il telefono in attesa di una risposta. Mi andava di scrivergli, ma non per avere una risposta, ma per farlo e basta.<br />
<br />
Mi sembra strano essere qua, lucidissima, che non mi aspetto nulla, che non mi faccio castelli, che non spero nulla, ma semplicemente prendo quello che viene. Non mi riconosco, ma forse è meglio così.Emhttp://www.blogger.com/profile/02088322483242389216noreply@blogger.com0