Oggi era una giornata calda, il mio treno delle 11.53 era in ritardo di cinquantacinque minuti - che sono diventati settanta quando sono arrivata dalla D. - e ho avuto il tempo di osservare la stazione, la gente che, per quanto mi faccia schifo, nelle stazioni è più bella.
Nelle stazioni la gente va di corsa, chiede informazioni fermandosi un attimo. Va in vacanza, o torno da una vacanza. Va via per lavoro o solo per qualche ora. Ci sono visi che ti sembrano famigliari e altri che lo sono -e non vorresti- e quelli sconosciuti, ma che hanno qualcosa di così bello che ti viene voglia di cercare nella borsa la macchina fotografica per fare una foto a un piccolo particolare.
Mi piacciono le stazioni, perché le persone grigie mi sembrano a colori, sembrano piene di vita anche a me che la vita, tra la gete, non la vedo mai.
(Avevo voglia di scrivere, non ci riesco. La fiducia altrui mi distrugge).
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