Mi sento solo un po’ più vuota, un po’ più sola, un po’ più malinconica per cose mai successe, un po’ più sbagliata, un po’ più persa, un po’ più estranea a me stessa, un po’ più invisibile. Vado avanti a bugie e mezze verità, ai “come stai?” rispondo “bene”, senza menzionare né che fisicamente né che emotivamente non sto poi così bene, alla domanda “stai riuscendo a smettere di fumare?” oggi ho detto di sì, senza menzionare che in realtà mi risulta un po’ difficile non avere niente tra le mani, non avere niente da rigirarmi tra le dita per farmi sciogliere il nervoso, l’ansia e qualsiasi altra cosa.
Ho chiesto alla prof. di inglese se uscita da un IPSCT potrei andare all’università a fare Scienze del mare o Lettere e Filosofia, o dovrei rinunciare già da ora ai miei sogni –obbiettivi?-, questo non gliel’ho detto, ma era sotto inteso, e come risposta mi sono sentita dire che, alla fine, l’università è tutta questione di testa, di impegno, di metodo e costanza, condito dal racconto della sua vita, dove lei è uscita dalle magistrali ed ha finito l’università, mentre sua cugina ha fatto lo scientifico, ha finito l’università con molta calma. Non so se l’ha detto perché sul mio viso ha letto il bisogno di dirmi che all’università potrò andarci o perché in quelle parole che ha detto ci crede davvero.
Mi hanno portato un pacchetto da due di Kinder Bueno ed una tavoletta di Lindt ai cereali dicendomi “non ti voglio tutta ciccia e brufoli!”; ho già mangiato tutti e due i Kinder Bueno, giusto perché Remus Lupin diceva che mangiare un po' di cioccolata farà bene.
Mi sento solo un po’ più vuota, un po’ più sola, un po’ più malinconica per cose mai successe, un po’ più sbagliata, un po’ più persa, un po’ più estranea a me stessa, un po’ più invisibile, ecco tutto.
Nessun commento:
Posta un commento