Oggi è il tuo compleanno ed io sono troppo orgogliosa per mettere da parte i saluti mancati, le tue scelte, il tuo crescere e dimenticarti di chi non ti ha mai preso in giro, di chi si è messo contro tutti, perché non ha mai accettato che ti prendessero in giro, per farti gli auguri per i tuoi diciotto anni.
Mamma ti ha fatto gli auguri, come le avevo chiesto non ha detto niente da parte mia, io e te abbiamo smesso di parlarci, di cercarci, di salutarci, di essere amici, no, non noi. Tu hai smesso di parlarmi, di cercami, di salutarmi, di essere amici. Io mi sono adeguata, alla fine. A cosa serve lottare per un’amicizia quando dall’altra parte si preferisce gente nuova e le ragazze che dopo un po’ lasci per passare ad un’altra?
Sai, queste parole sembrano quasi accusarti, in realtà non lo farei mai. Non ti accuserei mai, perché si cresce, le strade cambiano, però manchi comunque, questo lo ammetto.
Oggi è il giorno del tuo compleanno, il tuo diciottesimo compleanno e se cinque anni fa mi avessi chiesto come immaginavo questo giorno – o il giorno del mio diciottesimo compleanno – avrei detto che l’avrei immaginato a festeggiare insieme, ma invece sono stata troppo orgogliosa e non ho avuto neanche la forza – no, l’intelligenza, non la forza – di farti gli auguri.
Sai, “se tornerai magari poi noi riconquisteremo tutto come tanti anni fa quando per noi forse la vita era più facile”, Max ha sempre cantato la cosa giusta (per noi) e, infondo, noi l’abbiamo sempre cantato insieme, senza capire davvero quanto fosse adatto per noi.
Buon compleanno, N.
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