domenica 13 novembre 2016

Oggi sono andata a trovare i mie zii ed ho avuto la piacevole sorpresa di trovarci i figli della cugina di mio padre e mio zio, due bambini di nove e sette anni. Due pesti scatenate che mi hanno trascinato a correre e giocare senza accettare un mio "sono troppo vecchia per rincorrervi in giardino!", ma ancora più bello è stato sentire bussare alla porta e vedere entrare in casa la loro nonna, mia zia. Quella zia sorella di mia nonna da cui andavo spessissimo da bambina, poi crescendo ho smesso di andarci spesso, ma la penso molto. Mi ha guardato, le si sono illuminati gli occhi e mi ha abbracciato stretta stretta. Mi ha chiesto, in una pausa caffè mentre le due pesti mi chiedevano di tornare a giocare,  dell'università dicendomi che le avevano detto che andavo bene, mi ha ascoltato parlare e mi ha detto che mi vede cresciuta, mi vede più bella.
Sono a scrivere con gli occhi lucidi, perché mi ha ricordato nonna e nonna è una parte di me che manca parecchio, ma soprattutto perché mi era mancato tanto.
E sono stanca, quei bambini mi hanno demolito, ma mi sono portata a casa un disegno che, per me, ha un valore immenso.
Questa sono io, attraverso gli occhi e la matita di una bambina di sette anni.

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