martedì 20 novembre 2018

E andiamo vedere le luci della centrale elettrica.

Quando sono uscite Le Luci Della Centrale Elettrica facevo la prima superiore e a farmeli scoprire, come altre band del medesimo genere, fu una mia compagnia di classe a cui diedi una pennina usb da riempirmi di canzoni nuove da sentire. Fu amore a primo ascolto, perché da lì in un modo o in un altro c'era sempre una loro frase, Vasco Brondi era diventato una di quelle persone che scrivendo le sue canzoni parlava un po' per me.
Ci sono state frasi che erano, sono e saranno sempre una costante nella mia vita, ci sono canzoni che anche se sono cambiata tantissimo continuano ad essere il mio rifugio, altre sono uscite dopo ed erano - e sono - la canzone giusta al momento giusto. "Eyeliner per andare in guerra", un determinato passaggio di Cara Catastrofe, "Che siamo donne, siamo donne oltre il burqa e le gonne" diventato un mantra nel periodo della maturità e così tante altre che riassumono un determinato momento, mi ricordano qualcosa, qualcuno.
Ieri sera ho pianto, inizialmente erano lacrime qua e là, su qualche frase, su qualche nota sparsa, poi è arrivata una canzone, messa sul finire della scaletta, e mi sono ritrovata a piangere dalla prima all'ultima nota. Non era un pianto rumoroso, non era neanche pesante: era silenzioso, lento, liberatorio. Vasco con Le Luci Della Centrale Elettrica canta "Ci sarò io e arriverò, felice da fare schifo e libererò tutti i tuoi pianti trattenuti", ho sempre pensato preannunciasse qualcuno, ma invece preannunciava sé stesso, il suo concerto e io in mezzo alla folla che piango piano liberandomi.
E' sempre bello quando la musica ti entra sotto pelle, ti scava, ti ricuce ed è ancora più bello quando lo fa da così tanti anni.

Le Luci Della Centrale Elettrica,
19 novembre 2018, OBIHall.

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