venerdì 2 settembre 2011
Parlare tra i denti e sotto voce mentre tuo fratello ci ascolta e l’altro bimbetto ti dice “chiedile di Rh.”.
A fingere che io e te non ci parliamo più, non siamo bravi. Tu (mi) fai sorrisi a culo per questa situazione orribile mentre scherzi con tuo fratello (e lei cerca di scherzare con te) e io ti rispondo con sorrisi ancora più a culo per ritrovarci, poi, con lei che cammina avanti di cinque metri e tu che tra i denti mi chiedi “cosa t’ha detto?” e io che ti rispondo che m’ha raccontato tutto e m’ha fatto leggere i messaggi mentre tuo fratello ci guarda e il bimbetto cagacazzi ti stressa dicendo a ripetizione “chiedile di Rh.” E tu lo metti a tacere dicendo “poi” e poi non sarà mai, perché tu non tocchi mai i tasti dolenti. E poi ci salutiamo sfruttando il muro che c’è tra me e lei per fare gli amici e tu che capisci meglio di lei che ho qualcosa per la testa mi fai segno che mi chiami, però non dici quando e oggi sto attenta al fatto che il telefono prenda sempre, ché non si sa mai quando riesci a chiamare e tanto, lo sai, per me puoi chiamare anche alle tre di notte che ti rispondo sempre sorridendo per quel “Mara banana” che mi dici tutte le volte che possiamo essere normali amici.
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