Devo comprare la moleskine, senza di lei scrivo su fogli di carta volanti, che poi semino per i cassetti di camera mia e io coi fogli volanti non ci vado d'accordo, mi fanno sentire un po' più persa, un po' più naufraga e senza porto sicuro.
Soffro il jet-lag da una parte all'altra dell'Italia, quelle tre ore di treno mi hanno scombussolato l'organismo, o forse non è il jet-lag ma è Milano che se mi saluta con il sole come a dirmi che mi aspetta col sorriso mi manda in crisi, convincendomi che quello è il mio posto, non questo. Forse non è neanche Milano, lo smog, la nebbia, i campi vicino a dove sta la D., forse non è il posto, forse sono le persone che riescono a farmi sorridere mentre sul mio viso scendo le lacrime per chi prende strade diverse promettendo di rimanere amici, forse non è neanche quello, forse è che la timidezza c'era, ma si faceva vincere facilmente, non come qua che mi fa balbettare e diventare rossa come un peperone senza darmi la capacità di fare una frase sensata o forse è semplicemente che io, qua, non mi sento a casa e là mi sentivo libera di essere me stessa, libera di sentirmi a casa.
Sorrido e sono tenace, l'ho promesso prima di tutto a me stessa, ma io ora come ora sono stufa di questa strana convinzione che solo io posso affrontare quella persona, che solo io sarò in grado di fargli una discorso per capire cosa cazzo ha, perché non ne sono convinta, io so che quando lo vedrò rischierò di balbettare e di farmi infinocchiare dai suoi "con lei sono felice" e vaffanculo persino al sorriso e alla tenacia. E vaffanculo anche a me che ieri sera mi sono addormentata ripensando a quanto era bello quel fottutissimo abbraccio, anche se veloce e se io sono affondata nel suo piumino, e vaffanculo che mi addormento pensando a quel "ci vediamo, magari a marzo se riusciamo a venire" che mi fa sorridere e venir voglia di sperare in qualche cosa, anche se di speranze (con lui) non ci saranno mai.
E inizio l'anno col sorriso, ma poi sono malinconica e poi rido e poi mi sento naufraga e poi rido di nuovo di gusto e poi mi chiedo se quell'abbraccio è piaciuto solo a me.
E io scrivo su fogli di carta volanti e mi sento naufraga, perché il mio porto sicuro devo ancora comprarlo e io mi sto forzando a scrivere qua, perché gli occhi degli altri mentre scrivo mi mettono in imbarazzo, tanto anche.
Nessun commento:
Posta un commento