Ho preparato un esame da 12 crediti con quattro libri - per un totale di circa 654 pagine + due semestri di appunti - in venti giorni, dormendo poco e niente, perché finivo di studiare a tarda notte e poi tra caldo e ansia le notte le passavo a rigirarmi nel letto e stamattina, mentre aspettavo il mio turno in un corridoio senza finestre di dimensioni 2x2, sentivo che avrei vomitato da un momento all'altro, ma alla fine quando hanno chiamato il mio cognome - ovviamente sbagliando la pronuncia, sia mai che lo azzecchino - ho fatto un respiro profondo dicendomi mentalmente che avevo studiato, avevo studiato tanto e bene, che il corso racchiudeva alcune delle cose che più amo e che non poteva andare tanto male. L'assistente, che si ricordava di me da un corso che ho dovuto fare un anno fa, mi ha fatto partire da dove volevo e le parole uscivano spontanee, anche sulle domande che mi ha fatto. La docente ha voluto sapere quale incontro mi fosse piaciuto di più, prima di farmi pare di Toti e, prima di parlare, ho pensato a nonno, ai punti in comuni tra l'artista che avevo scelto di portare e mio nonno e mi sono ritrovata a parlare con una tranquillità che non provavo da anni. Per il voto ho dovuto aspettare un tempo infinito, quando io volevo solo uscire da quell'ambiente caldo, smetterla di sentire chiedere "cosa ti ha chiesto?" o la gente che iniziava ad andare nel panico e a non ricordarsi le cose. Ho convalidato il voto con un sorriso sul viso, non per il contrasto tra il voto dell'esame precedente e questo, ma perché avevo studiato, avevo parlato tranquilla spiegando tutto e senza cadere nei tranelli della mia ansia che se ne stava seduta sulla mia spalla e cercava di distrarmi.
Nel mentre preparavo questo esame, mi sono concessa una capatina veloce veloce a Firenze per il Firenze Rocks - che merita un post a sé - e vi giuro che l'emozione di cantare I Don't Wanna Miss A Thing in coro con altre 50mila persone con Steven Tyler e il resto degli Aerosmith su un palco a diversi metri di distanza devo ancora scrollarmela di dosso.
Ho socializzato con un bambino. Non sarebbe niente di speciale se non fosse che io non amo particolarmente i bambini, ma loro inspiegabilmente amano me. Questo bambino, figlio di vicini, era qua a cena domenica sera, io subito dopo mangiato sono tornata a studiare, ma dopo poco è arrivato a chiedermi se avevo della musica ed è finita che non ho studiato se non dopo mezzanotte, perché ha voluto giocare con me. Dal piano di sotto sento la sua festa di compleanno, fa cinque anni, madre li ha regalato un completo di Capitan America che si è voluto mettere subito. Lo odio un po' meno di altri bambini, anche se ha urlato per tutti i venti giorni in cui io volevo silenzio.
Fa un caldo disumano, ma domani danno allerta meteo per pioggia, speriamo.
Ah. "Daytime Origami" è la parodia di una serie americana iniziata da poco, tale Daytime Divas e, per quanto lo studio mi abbia fatto vedere solo due puntate, io ve la consiglio.
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