sabato 26 marzo 2011

In milk and mint I trust.

Mi fa male il ginocchio sinistro e mi fanno male gli addominali a forza di ridire; ho una paralisi alle labbra, tendono inesorabilmente verso l’alto e sto ancora giocando col mio Buzz Lightyear, che fa tanto bambina piccola, ma mi diverto.
Ho bevuto latte e menta, dopo aver fatto la spesa – o forse era meglio dire “tentato di fare la spessa seriamente”? – all’Esselunga, perché al latte e menta c’avevamo fatto la bocca. Ho una Wiston chiusa nella Moleskine, che lo so, è uno spreco ma è un ricordo e resta lì.
Sto sorridendo in un modo che non ricordo di aver mai fatto o forse l’ultima volta che ho sorriso così ero a qualche concerto o era una vita fa.
Mi stanno mandando a cagare – no, in realtà dire che mi mandano a cagare è un eufemismo, ché mi hanno detto “ucciditi”, ma vabbè – solo perché stasera non esco. Scusatemi tanto se di farmi nascere le fisime e di rovinarmi un umore praticamente ad un passo dalla perfezione – mia perfezione, ovvio – non ne ho voglia.
Dove le trovo altre due sonate che alle cinque del pomeriggio si mettono a mangiare le carote tagliate alla julienne bevendo latte e menta fatto con le proprie mani e rendendomi praticamente felice?

4 commenti:

  1. Una è fieramente qui.
    E con 'qui' intendo seduta davanti al suo portatile con un braccio bloccato e i Three Days Grace nelle orecchie, sia chiaro.

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  2. Il braccio si è bloccato di nuovo?
    E, comunque, dobbiamo farci più spesso il latte e menta mentre tu e la G. mangiate le carote tagliate alla julienne.

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  3. odddio uno tipo mi ha salutato dicendo giuli-enne!
    comunque cazzo vi ho fatto una dichiarazione con i fiocchi e non mi cagate...

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  4. Il tipo che ti saluta dicendoti "giuli-enne" ha tutto il mio amore!
    No, ma lo sai che io le cose, dichiarazioni comprese, le vedo in ritardo.

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