martedì 29 gennaio 2013

May I have this dance?

Continuiamo questo valzer di saluti senza senso e di sorrisi che come una musica antica vengono suonati da un'orchestra oramai dimenticata. Continuiamo questo valzer fatto di una sola parola e di sguardi scoperti quando qualcuno abbassa involontariamente la guardia e non sta attento se l'altro è vigile. Continuiamo questo valzer semplice, senza passi complicati, un semplice oscillare da un piede all'altro o un girare in cerchio come quando si finge di ballare usando un vecchio manico di scopa.
Continuiamo questo valzer o cambiamo ballo, mi ha sempre affascinato il jive.

venerdì 18 gennaio 2013

martedì 15 gennaio 2013

Can you give me another smile?

“Ciao”.
Accenni un sorriso e continui a camminare, a salire le scale.
“Ciao!”.
Sorrido e continuo a stare ferma al termosifone, a parlare, ma incespicando nelle parole e nei battiti che partono per i cavoli loro.
“Ciao” e un sorriso.
“Ciao” o un sorriso.
E’ la solita routine, quella che gira sempre uguale cambiando ogni giorno di qualche lieve sfumatura che forse, un occhio poco attento, non noterebbe neanche ed io, invece, che ci son dentro e che amo le sfumature, quelle piccole ed insignificanti, se cambia qualcosa lo noto, come noto quando ti metti il gel e non lasci i tuoi capelli liberi di andare un po’ dove li pare.
E’ la solita routine, di me che faccio di tutto per arrivare a quel termosifone prima che tu sia passato, di te che passi tranquillo per entrare in quel bagno che visto da fuori sembra una stazione, tra gente che entra e gente che esce di continuo, di te che passi salutando senza un ben chiaro motivo o di te che passi e regali sorrisi così, come se fosse una cosa normale sorridere ad una sconosciuta qualsiasi, di me che ti risaluto e divento rossa e sorrido per ore.
E’ la solita routine ed io non sono abitudinaria, le routine tendono a soffocarmi, ma per una volta, è bello così.

venerdì 11 gennaio 2013

Oggi è uno di quei giorni in cui metti da parte tanto buon umore, tanta forza, tanti sorrisi veri per quando arriveranno giorni freddi in cui non trovi appigli.
Oggi è uno di quei giorni in cui credi che forse, le cose, possono veramente cambiare, brillare.

martedì 8 gennaio 2013

Veloce, veloce come il battito d'ali di un colibrì.

Mi ha sempre affascinato la capacità di cui sono dotate alcune persone, la capacità di dimenticare chi gli è stato accanto, cosa avevano detto a queste persone. Mi ha sempre affascinato, perché certe volte è così rapida, questa dimenticanza, che tu non hai neanche il tempo di dire, di pensare, “ma io ero lì accanto a te solo ieri”.
Avete mai visto un colibrì in volo? Avete mai visto come si muovono veloci le sue ali? Ecco, ci sono persone che riescono a dimenticare alla stessa velocità.
Com’è dimenticare qualcuno alla velocità di un battito d’ali di un colibrì?

venerdì 4 gennaio 2013

Non sono adatta a tante (altre) cose.

Non sono adatta a scrivere a qualcuno con cui non ho mai veramente parlato.
E neanche a rispondergli quando, con molta gentilezza, mi risponde scusandosi persino di non aver risposto prima.
E neanche quando continua a rispondere, sempre con gentilezza.
E neanche a tornare a scuola lunedì, sapendo che lo incontrerò per le scale e diventerò (ancora più) paonazza.

mercoledì 2 gennaio 2013

E' come andare via da casa senza sapere quando si torna.

Firenze che mi accoglie con il calore delle prime stelle della sera, il calore della gente per le strade, arrivate da ogni dove per l'ultimo dell'anno.
Firenze che mi accoglie come se fosse una grande casa calda dove c'è sempre qualcuno pronto ad aspettarti, qualcuno pronto a darti un sorriso, un abbraccio, una parola buona.
Firenze e le sue strade illuminate per Natale, la gente ciuca e non che per la strada la notte di capodanno urla "buon anno!" e "volemose bene!", il suo farmi un regalo dandomi quella forza nuova di cui avevo bisogno allo scoccare di un nuovo anno, ricordarmi che non son sola, che ho delle amiche vicine che son più belle dei fuochi d'artificio.
Firenze che mi aiuta, che mi fa trovare la risposta a domande che mi fottono il cervello da settimane, che mi indica la strada e mi porta per mano tra i primi passi.
Firenze che quando vado via mi saluta con la pioggia che le dona un'aria malinconica, come lo sguardo vissuto di quelle signore che si incontrano per strada. Firenze che sembra salutarmi, dirmi che la prossima volta sarà lì, ad accogliermi di nuovo a braccia aperte, dirmi che quando torno lei sarà sempre lì. Firenze che saluta ricordandomi che una casa, è una casa, anche senza abitarci davvero.