sabato 22 febbraio 2014

Stanotte, lui dormirà con lei.
Stanotte, io dormirò con la borsa dell'acqua calda.
Lui sarà felice per essere con lei.
Io ripenserò alle ultime cose che ci siamo scritti ieri notte.
E qualcosa non va, qualcosa stride, è sbagliato e non è il periodo sintattico iniziato con una congiunzione.

lunedì 17 febbraio 2014

Baby, we both know that the nights were mainly made for saying things that you can’t say tomorrow day.

Continuiamo a scambiarci confessioni su noi stessi, e sulle nostre vite a notte, a notte fonda, come se quei messaggi fossero cose normali, come se la fiducia che affidiamo nell'altro fosse cosa da tutti i giorni.
Lui continua a dire che come lo capisco io, nessuno, a dire che certe cose le dice solo a me, perché si fida.
Io a volte mi apro, lascio intravedere chi sono davvero, a volte mi faccio male scrivendogli “E con lei come va?” sapendo che la risposta farà male. A volte, io, mi calpesto da sola augurandogli davvero la felicità con lei o pensando di provare a convincerlo a venire a quel concerto, come se certe canzoni live non saranno già abbastanza dure senza di lui affianco.
Noi continuiamo ad esistere di notte, al giorno siamo solo due persone che si scambiano messaggi per tutta notte e che, se si incontrassero per strada, si limiterebbero ad un misero “ciao”.
Continuiamo una cosa a cui non trovo un senso, come non trovo un senso a questa voglia matta di Benson blu che mi farebbero puzzare di fumo.
Chissà se, a lui, l’hai mai sfiorato il pensiero di come sarebbero andate le cose tra noi se avessimo agito diversamente. Chissà se qualche rimpianto non l’hai mai colto in piena notte.
Chissà se si ricorda di quella canzone, di cui mi dedicò un pezzo, che prima di lui amavo ed ora odio.
(Troppe ore da qui a te).

venerdì 14 febbraio 2014

martedì 11 febbraio 2014

In One Day siamo nel 2000, Emma ha avuto il coraggio di chiedere se lui amava la sua fidanza, lui le risponde di sì, che la adora.
Io guardo, ho un magone assurdo in gola che non riesco neanche a degluttire e non vorrei sentirmi tanto come lei.

lunedì 10 febbraio 2014

Oggi sembra andare tutto di merda, non riesco a studiare storia dell’arte – storia dell’arte! – o qualsiasi altra cosa, non riesco neanche a scrivere. Questa, è la cosa peggiore.
Vorrei essermi incazzata, stanotte quando m’ha mandato quel messaggio del cazzo, ma mi accontenterei di incazzarmi ora, di riuscire a scrivere, ad urlare, a piangere, a fare qualsiasi cosa che mi permettesse di svuotarmi.
Mi scoppia la testa, di Duccio, Martini, Cimabue, Giotto, del gotico internazionale e del primo 400 a Firenze non so un cazzo, delle ramanzine delle amiche so tutto.

domenica 9 febbraio 2014

Penso che mi metterò a studiare tecniche della comunicazione, anche se oramai quel capitolo lo conosco a memoria, saprei persino dire alla prof. dove sono i punti e le virgole nel testo. Penso che lo farò maniacalmente, giusto per non pensare ad altro.
Penso che oggi c'era il sole e mi son nascosta, di nuovo, dietro agli occhiali da sole, ma in compenso sono uscita senza sciarpa. Penso che, domani, uscirò senza sciarpa, anche se ci fosse il diluvio, ultimamente, quando la metto, mi sento soffocare. Penso che non lo sento da diversi giorni e mi sto convincendo che non ci sentiremo più, ma non so se sia un più vero o se sarà fino a quando non finirà anche questa storia, so solo che me ne sto convincendo. Ed è ok, nonostante mi bruci la gola a pensarlo, vuol dire che con lei va abbastanza bene da non aver più bisogno di parlare con me, di tutto e di niente, fino a quando uno dei due non crolla addormentato e non risponde più. Forse, non è davvero ok, ma voglio che lo sia. Penso che la cosa che mi faccia più male di tutta questa storia sia anche il solo aver pensato che potesse davvero succedere qualcosa, di aver pensato davvero che, per una cazzo di volta, potesse andarmi bene. Penso che sia l'essermi anche solo buttata un minimo, aver detto come stavano le cose da parte mia, sia il motivo per cui son due giorni che faccio sogni assurdi. Penso che abbia ragione la mia maestra delle elementari a dirmi di non pensare agli "avrei potuto", forse mi conosce ancora bene.
Penso che sentirò Sole di settembre, pur sapendo che quando arriverà quella frase sarà come essere presa a calci e pugni da dei giocatori di rugby.
Penso che per oggi mi concedo un altro po' di tristezza, domani torno a convincermi che andrà tutto bene.
Sono uscita con un'amica, ho incontrato una mia maestra delle elementari che continua a ricordarsi di me (e, nonostante tutto, a credere nelle mie capacità), ho guardato Harry Potter bevendo tè e mi è arrivato un messaggio con una bella notizia.
Infondo, non va sempre tutto male.

lunedì 3 febbraio 2014

Stavo pensando a quella notte, quando mi scrisse che avrei dovuto scrivergli tipo "coglione, cos'è non mi caghi?" anziché non farmi sentire per una settimana, ed io ero via, ero in un letto non mio, che volevo correre per tutti i chilometri che ci separavano in quel momento per prenderlo a schiaffi.
Ci stavo pensando e mi son resa conto solo adesso che è il "se" più grande che abbia mai avuto. E lo vorrei dire, ma si tace, perché quando è tardi è tardi.