venerdì 29 giugno 2012

Non sono abituata al calore della gente, se ti presenti stringendomi forte la mano e con un bacio per guancia, io divento rossa e balbetto il mio nome come un'imbecille.

giovedì 28 giugno 2012

Accontentarsi di poco, un frullato alla frutta senza tappo.
Accontentarsi di niente, il tuo pensiero tra una canzone e un filo di vento.

mercoledì 20 giugno 2012

E per resistere a scriverti con qualche ragione assurda, ho dovuto spegnere il cellulare, chiuderlo in un cassetto nell’altra stanza e mettermi a leggere poesia a caso dal libro di Bukowski.

martedì 19 giugno 2012

Non chiedermi delle mie abitudini, non iniziare a chiedermi troppe cose della mia vita-nonvita quotidiana, perché lo so che prima o poi te ne vai, perché lo so, me lo sento, perché io son quella che non sa tenere le persone e allora quel giorno, se inizi ad interessarti davvero alle piccole cose, sarebbe la fine.
Fatemi tutti i complimenti del mondo per la promozione e la buona(?) media con cui sono passata, perché io tanto resto convinta delle mie convinzioni vecchie di un anno e mi schiero anche dalla parte di chi dice che quella è una "scuola del cazzo".

domenica 17 giugno 2012

Ho riletto tutto, tutto quello che ho salvato su dei dvd prima di formattare il pc, tutto quello che ho trovato chiuso in vecchie agende, in fogli volantini sparsi per i cassetti e le scatole che tengo nascoste in camera, quello che c'è nei vecchi blog. Ho riletto tutto quello che riguarda S., tutto anche quello che volevo dire tra le righe, tutto quello che avrei voluto dirgli.
Ho riletto tutto, mi sono alzata, sono andata allo specchio e mi sono guardata per un po'.
Nonostante so di averlo dimenticato, lui era lì, tra gli occhi lucidi, tra la voglio di non essere più quella ragazzina, tra gli occhi lucidi e il labbro inferiore rosso per averlo morso troppo forte un paio di volte. Era lì, tra un sguardo triste, un sorriso, una voglia di chiuderlo di nuovo nella scatola dei ricordi e la consapevolezza che dire "morirgli dietro" era la frase più esatta, ma anche quella che dopo son rinata.

giovedì 14 giugno 2012

postinutiliscrittiinpredaall'ansia!

Non è arrivata nessuna lettera.
O è un buon segno.
O è andata persa.

Sicuramente è andata persa.
Il Marconi aveva solo una cosa buona: ti chiamavano.

domenica 10 giugno 2012

E la pioggia di giugno che non porta via niente.


Il problema con te non è che mi mancano le cose da dirti, oh, quelle ne avrei a milioni. Ho anni di domande arretrate, di domande che mi verrebbero sul momento, elenchi di canzoni, di frasi e di libri dove ti ho ritrovato. Ho un’intera vita-non vita da raccontarti.
No, il problema con te è un altro, anzi è l’insieme di tante piccole cose sbagliate. E’ che io non riesco a parlarti attraverso un computer, perché quando provo a scriverti inizio a tremare, ad iperventilare e a non capire neanche dove siano i tasti giusti. Non riesco a parlarti, nonostante so che tu ti ricordi di me. Non riesco, perché tu sei un mondo lontano e io mica ho tutta questa forza e questo coraggio per prendere e iniziare a camminare, perché mi conosco, se cado o vedo un ragno o mi fermo o torno indietro di corsa. Non riesco, perché probabilmente non è come vorrei e lo so che devo imparare ad accontentarmi, ma io alla fin fine, sotto tutti questi strati di infinita cinicità (che mi sa che come parola non esiste neanche, sai?), sogno di incontrarti in giro, magari mentre corro alla fermata dell’autobus sotto il diluvio universale, senza ombrello come sempre e tu che mi vedi, senza ombrello anche te, e mi saluti ed inizi a parlarmi del più e del meno. O magari arrivi con l’ombrello e io non devo più correre, perché non devo arrivare alla pensilina per ripararmi e mi parli ed io, con il viso rosso rosso, un po’ come un pomodoro maturo, e le il mio solito vizio di balbettare quando sono in imbarazzo, ti risponderei.
Il problema è che son convinta che sia troppo tardi anche se non è né tardi né troppo tardi, anche se il tempo forse non è importante, anche se il tempo non esiste, anche se tu sei fuori da ogni tempo, da ogni luogo e da ogni logica (per me).

sabato 9 giugno 2012

Oggi abbiamo trovato un cane che non si sa ancora se è scappato o se è stato abbandonato. E’ di una tenerezza infinita, si prende le coccole da tutti e i croccantini li mangia solo se li metti sulla mano, sarà che è stanco (ed anche vecchio, secondo me) ma sta buono buono, non lo si sente neanche, mentre il mio cane che è iperattivo, casinista, cagacazzi e geloso non lo lascia in pace un attimo. Sono uscita in terrazzo a fare due coccole a Bo, quando sono rientrata Rudy è arrivato di corsa a mettermi il muso sulla coscia a prendersi le coccole anche lui.
Domani Bo viene portato dalla mamma di una tizia che ha un rifugio per cani, per vedere come sta, se ha il cip e quindi se si ritrovano i padroni, mentre io mi son già affezionata.

venerdì 8 giugno 2012

E mi rendo conto che la scuola è finita solo ora che vado a prendere il diario, sperando di trovarci dei compiti per lunedì da fare tra stasera e domani, per poter evitarmi, ma non ci trovo nulla. Nulla per i prossimi tre mesi.
Ed io, ora, come cavolo faccio ad evitarmi?

martedì 5 giugno 2012

Sono diventata questa senza neanche accorgermene.

Il passaggio per cui sono passata da essere una persona quasi inaffidabile ad una persona affidabile, quando è avvenuto?
Dov'ero io mentre cambiavo, mentre crescevo?
Chi è quella che mi guarda riflessa nello specchio?

domenica 3 giugno 2012

Firenze l'è piccina e l'è anche casa mia.


Sul letto, il contenuto dello zaino è sparso come abbandonato. Il volantino della Fnac, il biglietto di ingresso a Boboli, la sorpresa dell’happy meal, la macchina fotografica e i biglietti dei mezzi pubblici.
Sul letto c’è un pezzo di Firenze, delle risate con le amiche, di sole che ti fa arrossire le spalle, degli abbracci in stazione, degli arrivederci, dei sorrisi degli altri.
Sul letto c’è un pezzo di Firenze, l’altro è rimasto là a ricordarmi che questa è casa solo per modo di dire, ma lei è – e resterà – sempre il posto dove sentirsi a casa è la normalità.