mercoledì 29 maggio 2013

Quelle che vi ostinate a chiamare "farfalle nello stomaco", non sono altro che disturbi gastrici. Anziché parlare d'amore, dovreste parlare di cattiva digestione.

domenica 26 maggio 2013

Non puoi scappare per sempre.

Non sarò mai la ragazza per bene che tutti vorrebbero che fossi.
Non sarò mai quella che si comporterà bene, quella che risponderà sempre in maniera educata, quella che non dirà mai né parolacce né bestemmie, quella che sorriderà sempre che non si farà mai prendere da attacchi improvvisi di acidità mangiando la faccia alla prima persona che le parola. Non sarò mai quella che sorride sempre, che sarà sempre forte e pronta a spaccare il mondo. Non sarò mai quella che dicono tutti, quella che vorrebbero.
Non sarò mai neanche quella che voglio io, quella ragazza che avrei sempre voluto essere. Quella capace di far girare la gente per strada, quella che si poteva permettere una lista infinita di successi senza annotare mai neanche un insuccesso, una caduta. Non sarò mai la ragazza solare ed espansiva che dovrei essere, che dovrei imparare ad essere e tantomeno non sarò mai la ragazza che corre incontro alle sfide, rimarrò sempre quella che sfugge.
Non sarò mai queste cose né tante altre cose, ma sarò sempre quella capace di cadere e rialzarsi, quella che canta se è di buon umore anche se è stonata, sarò sempre quella che cercherà sempre di sorridere, perché le hanno insegnato che “se sorridi hai vinto”. Sarò sempre quella che metterà gli altri davanti a sé, anche quando vorrà dire rischiare di cadere in un dirupo.
Sarò sempre la ragazza che girerà con una moleskine in borsa, una canzone per la testa e che, a casa, ha un libro sul comodino che l’aspetta. Sarò sempre quella ragazza che, per trovarsi, dovrà ascoltare mille canzoni, leggere più libri possibili, ma non si troverà mai, ma riuscirà a vedersi ogni volta che i Green Day cantano di Gloria, ogni volta che avrà tra le mani Neve di Fermine. Sarò sempre quella cinica, fredda, che non dimostra mai le cose. Sarò sempre quella che spesso, però, si trova a fare voli isterici di fantasia, ma che sa che solo con impegno e costanza può raggiungere quello che vuole.
Sarò sempre quella che scappa, quella che eviterà di cadere e cadrà mille volte, quella che si nasconderà a scrivere, che non è adatta a vivere. Sarò quella che si porta i colori dentro, senza saperli fare uscire, ma, per una volta, va bene così.
Leggi, leggi per ore, una pagina dopo l'altra, senza sosta, senza pause se non quando la realtà ti chiama a volume troppo alto per evitarla. Leggi, una pagina dopo l'altra, consumando le parole d'inchiostro scritte molte anni fa.
Leggi, leggi per ore, una pagina dopo l'altra, senza sosta, perché è l'unico modo che conosci per evadere da te stessa, per fuggire dal bisogno quasi fisico di gettare fuori parole che non sai dove ti porteranno.
Leggi, leggi senza sosta fino a far bruciare gli occhi, nonostante gli occhiali, perché una penna, in questo momento, fa troppa paura.

venerdì 17 maggio 2013

"E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita".

Ho voglia di scriverti, di scrivermi, come se stessi scrivendo una lettera. Non una lettera qualsiasi o una lettera commerciale come hai imparato a fare l’anno scorso a scuola, ma una di quelle lettere che andrebbero consegnate e lette con avidità che, però, quando vengono finite, finiscono dimenticate da qualche parte, anziché consegnate.
Ultimamente hai la tendenza a perderti e non in senso positivo, come sarebbe perdersi nel sorriso di qualcuno o come sarebbe perdersi in un giardino dove esplode la vita. No, hai la tendenza a perderti in senso negativo, ma non come si può perdere un accendino quando ti serve, perché alla fine arrivi a pensare “vabbè, lo ricompro” oppure “vabbè, chiedo ad un passante se ha d’accendere”. No, peggio. Hai la tendenza a perderti come si perde qualcosa a cui si tiene davvero, qualcosa che non si può sostituire e tu che sei una persona distratta e di cose ne hai perse tante, come quel foulard che ti avevano regalato e che tu amavi tanto che hai dimenticato dentro ad un ristorante per non ritrovarlo più o come quel cappello che hai dimenticato a scuola, nella vecchia scuola, sotto al banco e il giorno dopo non c’era più, sai bene cosa si prova. La conosci quella sensazione di rabbia mista a sensi di colpa e ad un vago senso di ansia, di smarrimento. Ed è quello che stai provando ora, è per questo che sei andata a cercarti indietro nel tempo, rileggendo cose con una data di due anni fa, come se potessi ritrovarti guardando chi eri, dov'eri, cosa pensavi.
A volte dovresti chiedere aiuto, sai? Dovresti chiedere aiuto come fanno con te, quando arrivano e si sfogano, si svuotano e tu ascolti, tutto, senza giudicare, dando una spalla. Dovresti farlo tu, ogni tanto, di prendere una mano da qualcuno e reggerti. Dovresti pretenderla se nessuno te l’allunga spontaneamente, anche se, lo sai bene da sola, che c’è chi lo farebbe. A volte, dovresti dimenticarti di chi sei, dimenticarti del fatto che “sai essere sempre presente”, dimenticarti di quella tua assurda mania di essere forte, di essere una che da sola se la cava e accettare chi ti dice che c’è, che se hai bisogno puoi parlare, che ti ascolta. Dovresti solo smetterla di scappare dalle tue debolezze, perché anche se le neghi, le nascondi, loro restano lì. Ben nascoste, ma sempre presenti.
Dovresti dimenticarti dei tuoi sbagli, delle tue mancanze. Dove pensi di andare se ti crogioli dentro a tutte quello che è andato storto? Sei andata a rileggere cose vecchie per ritrovarti, ma hai finito col perderti ancora di più, perché ti sei ricordata che, due anni fa, eri ancora in quella che hai preso a definire “l’altra scuola”, come se a dire “scientifico” ti vergognassi. Sì, eri allo scientifico e non è andata come volevi, non saprai mai se era perché non c’hai messo testa o perché non era adatta a te. Sei scappata lontano, in un’altra provincia e in una scuola completamente diversa, forse nel tuo scappare hai esagerato troppo e avevano ragione l’anno scorso a dirti che qua sei sprecata, ma che ti importa? Non volevi solo scappare e dimenticare tutto? Ti stai crogiolando nella nostalgia, nei tuoi sbagli, in quei “se” e in quei “ma” che dovresti mettere via, nella malinconia e nella tristezza di dare una qualifica anziché la maturità come dovresti.
Ti stai crogiolando, ti stai struggendo e ti stai perdendo.
Hai mai pensato che ammettere che sentirti sola ti fa male sarebbe più facile che rinnegare? Ammettere che hai paura, che hai freddo, che vorresti qualcuno che ti stringesse, che vorresti solo sentirti ricordare che andrà tutto bene, che piangere non è una cosa di cui vergognarsi, che sei stanca e che non sempre sorridere è facile sarebbe. Ammettere che non sempre sei una combattente, che non sempre hai la forza per lottare, per ascoltare è un atto così abominevole? Ammetti le cose, se non agli altri, almeno a te stessa.
Sei una funambola, ti tieni in equilibrio sul crinale della vita. Cammini su un filo sospeso tra due estremità, sotto di te c’è il vuoto, sopra di te il cielo e neanche ti rendi conto di quanto possa essere spettacolare e mozzafiato quella camminata. Ricordati che per il funambolo la cosa più difficile non è non cadere, ma è trovare l’equilibrio.

Ti ho scritto, per riuscire a parlarti.
Ti ho scritto, per riuscire a trovarti.
Anzi: mi sono scritta, per riuscire a parlarmi.
Mi sono scritta, per riuscire a trovarmi.

martedì 7 maggio 2013

Riparto da me, dai miei obbiettivi, dai miei sogni, con l'ostinazione di chi troppe volte è caduto, ha lasciato andare tutto per paura, perché una nuvola l'ha fatto demoralizzare.

domenica 5 maggio 2013

"Se siamo insieme, siamo a casa".


C’è gente che, quando nomini quel gruppo, alza gli occhi al cielo, chi sospira, chi ti domanda se non è ora di lasciarli, visto che tu inizi ad avere “una certa età” e loro sono “falliti” e tu sorridi, mostri il tuo miglior sorriso e continui sulla tua strada. Un plettro al polso, un sorriso enorme sul viso.
Chi dice queste cose dovrebbe capire che ci sono legami che vanno oltre al semplice legame musicale e non solo con quella band che, bisogna ammetterlo, ti ha aiutato, ma anche con altre fan che non solo sono diventate amiche, ma sono diventate sorriso, spalla, chilometri da superare, forza e orgoglio. E io, tutto questo, l’ho capito oggi più che mai, quando, una volta rientrata in casa, ho incrociato lo specchio e mi sono ritrovata sul viso un enorme sorriso, gli occhi che brillavano e sfiorando quel plettro al polso, mi sono ricordata tutto quello che significa, che significhiamo.
Se siamo insieme, siamo a casa”.
Non importa dove, quando, come e perché. L’importante è essere insieme.