“Ciao”.
Accenni un sorriso e continui a camminare, a salire le scale.
“Ciao!”.
Sorrido e continuo a stare ferma al termosifone, a parlare, ma incespicando nelle parole e nei battiti che partono per i cavoli loro.
“Ciao” e un sorriso.
“Ciao” o un sorriso.
E’ la solita routine, quella che gira sempre uguale cambiando ogni giorno di
qualche lieve sfumatura che forse, un occhio poco attento, non noterebbe
neanche ed io, invece, che ci son dentro e che amo le sfumature, quelle piccole
ed insignificanti, se cambia qualcosa lo noto, come noto quando ti metti il gel
e non lasci i tuoi capelli liberi di andare un po’ dove li pare.
E’ la solita routine, di me che faccio di tutto per arrivare a quel termosifone
prima che tu sia passato, di te che passi tranquillo per entrare in quel bagno
che visto da fuori sembra una stazione, tra gente che entra e gente che esce di
continuo, di te che passi salutando senza un ben chiaro motivo o di te che
passi e regali sorrisi così, come se fosse una cosa normale sorridere ad una sconosciuta qualsiasi, di me che ti
risaluto e divento rossa e sorrido per ore.
E’ la solita routine ed io non sono abitudinaria, le routine tendono a soffocarmi, ma per una volta, è bello così.
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