Penso che questa data di nascita sia una condanna da eterna seconda. Penso che se fossi diversa fisicamente lui (e sarebbe meglio dire loro, che c’è più di una persona in quel lui) si sarebbe accorto di me. Penso che se fossi migliore caratterialmente, più simile a questa massa informe di adolescenti N. e il (non) mio sole sarebbero ancora qua, soprattutto il secondo.
Penso che se fossi migliore non amerei la solitudine, che non la amo, ma fingo di sì che così vivo meglio.
Penso che se fossi più frivola, più zoccola e senza la mania di cercare la parola giusta per descrivere una cosa non mi sentirei in ansia ad incontrare quelle che, in teoria, sono delle care amiche da anni. Penso che se preferissi i tacchi alla moleskine chiusa in borsa, se vedessi il tramonto solo per il sole che va giù e non per il cielo che fa l’amore col mare, se viaggiassi con i preservativi in borsa e mi esaltassi perché m’hanno zittito con un cazzo in bocca e non per un bambino che mi dice “ciao” non sarei guardata come una persona strana dal 90% delle persone che mi circonda.
Penso che se non guardassi labbra, occhi e spalle come pezzi separati di una persona, ma come un insieme, sarei più… normale (?).
Penso di avere un cervello in over lode a furia di pensare e un cuore che se non iniziavo ad usarlo sarebbe stato meglio.
Penso che se non fossi in classe starei piangendo, ché io queste cose non le avevo mai ammesse neanche a me stessa.
Write: 12.o6 pm.
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