lunedì 19 settembre 2011

Mi sento a mio agio con le persone “strane”, i disadattati, gli “sfigati”, quelli che le persone considerate “normali” eviterebbero. Mi sento a mio agio con le persone che fanno discorsi astratti, che se nomino un'artista di 20 anni fa non mi guarda con “chi cazzo è?” stampato in faccia, che mi capiscono quando dico che in libreria o in un negozio di cd potrei morire. Mi sento a mio agio con le persone schiette, quelle che ogni tanto si spegono e sanno cosa vuol dire morire dentro, con le persone che sorridono con gli occhi e non solo con le labbra. Mi sento a mio agio con le persone che vorrebbero essere una drag queen, avere una laurea, girare il mondo o fare un bagno nell'oceano.
Mi sento a mio agio con le persone
che mio padre considererebbe “diverse”.

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