giovedì 15 settembre 2011

"Non importa cosa ho scelto c'è chi pensa già per me e decide cosa è giusto e cosa è inutile".

Stamattina sono arrivata scuola in anticipo di quaranta minuti ed ero sola e mi sono resa conto quanto mi mancasse arrivare a scuola alle sette e quaranta del mattino e trovare qualcuno che si mette a ripassare il cuore con la mia collana. Mi sono accesa una sigaretta e mi sono ritrovata a chiamare M. mentre camminavo verso scuola guardando verso la stazione, perché avrei voluto vederla arrivare e dirle "toh! Sei puntuale!" così mi son fatta due sigarette una dietro all'altra, mentre qualcuno della nuova classe arrivava e si fermava con me a chiacchierare del più e del meno, a chiedermi come mai ieri non c'ero per poi raccontarmi cos'ha combinato quello stronzo -però affascinante!- del prof. d'italiano.
Avrei voluto essere di là, dove non ci sono gabbiani a cantare e una compaga di banco che se ti vede scrivere ti lascia fare, non si mette a parlarti per fare conoscenza facendoti perdere il fulmine che t'ha colpito -eccoperchém'eromessainbancodasola,puttanamadonnaladra!- e perché fumare col culo appoggiato su muretto un albero poco lontano e in uno spazio largo con qualcuno con cui stare in silenzio non è un problema era più facile che fare la socievole con tutti quelli che si mettono a parlare con te saltandosene su, poi, con "Maracaibo".

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