sabato 29 ottobre 2011

Le mie penne le riconosci, sono quelle col tappo smangiucchiato e che finiscono sempre per perdersi.

Ho un foglio a righe ed una penna col tappo smangiucchiato, una delle poche bic che hanno ancora dell’inchiostro e che non è andata persa, per scriverci sopra una lista di cose che devo ricordarmi di mettere in borsa per domani, ma è ancora bianco, mi manca la forza di scrivere, però se non faccio la lista, mi conosco, mi dimenticherò qualcosa e poi mi rovino la giornata, perché per essere tutto perfetto non devo dimenticarmi niente, tutto deve seguire quello che voglio io, quello che ho in testa e dimenticarmi le cose non mi aiuta. Sto riscoprendo quella parte di me così pignola da starmi antipatica, che poi, c’è una parte di me che non mi stia antipatica?
I film di Halloween non sono poi così male, anche se, diciamocelo, l’Università della Magia è la brutta copia di Hogwarts e forse avevano ragione le maestre alle elementari a dire che se continuavo a masticare il tappo delle penne avrei finito per prendere il vizio, ora le mie penne le riconosci, sono come marchiate.
Sto scrivendo dal computer di mamma, Word su Windows sette fa piuttosto schifo, Georgia in dimensione otto è grande quanto Georgia in dimensione dieci –se non undici- da Word da Windows XP e il che, per me che amo scrivere piccolo piccolo è snervante, ma poi uno si deve anche accontentare, perché se mi devo anche mettere a contestare sulle condizioni in cui riesco a scrivere faccio prima a spararmi, ecco. Sto scrivendo, perché ora che non ho niente che mi tenga impegnata le parole spingono un po’ troppo per uscire e se non escono mi fanno venire mal di testa ed il muso lungo, però non ho neanche voglia di vomitare fuori le parole che premono per uscire, perché le parole che uso iniziano a farmi paura, mi fanno tremare come non hanno mai fatto. Forse è meglio che trovi qualcosa da fare, infondo dovrei fare la lista, farmi la doccia, sistemare i capelli, preparare la borsa, ah, sì mangiare, così, forse, riesco a nascondere ancora per un po’ tutte queste parole che non piacciono per niente.

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