lunedì 19 dicembre 2011

e mi chiedo se pensi mai cose strane e ridi dei tuoi pensieri come di una battuta divertente.

ho la moleskine nello zaino che è abbandonato sul tavolo mentre io sto al computer a fingere di svolgere il patrimonio dell'azienda "scotti al tempo x" e non posso alzarmi, perché di sentirmi urlare contro non ho voglia, mi sento urlare già addosso da dentro.
avrei voglia di scriverti come se tu potessi leggere, un giorno, ma la decisione è stata chiara: richiuderti in quella stanza tutta tua che ho dentro al cuore e non farti riuscire... che senso avrebbe pensarti ancora? chiedermi ancora come stai? sentire l'ansia farmi battere il cuore a tremila insieme al respiro che si spezza perché c'è quella domanda che mi rimbomba in testa, quella domanda alla quale, persone come m., risponderebbero di sì, ma io quel sì non lo voglio e allora mi sale l'ansia e pensarti non mi strappa un sorriso, ma una risata amara.
sabato guardavo le luci sui monti e le stelle sul cielo, i monti e il cielo erano dello stesso colore e le luci sui monti mi sembravano stelle cadute che non potevano volare, mi sono messa a ridere da sola, mamma pensava stessi ridendo per quello che ha detto. ti capita mai di farlo?
forse è meglio che vada, forse dopo ti scrivo, magari smetto di scriverti dal primo dell'anno.

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