martedì 3 aprile 2012

Sìokayperò!

Mi piace quando mi scrivi, anche se è per scrivermi una cazzata, anche se è per parlarmi di lei anche se è per un solo messaggio e poi scompari.
Mi piace quando mi scrivi che è tardi e che dovrei andare a dormire.
Mi piace quando mi fai domande imbarazzanti e sai che ti risponderò in maniera allusiva, ironica o ti domanderò se vuoi che ti ci mando ora o dopo. Mi piace, perché poi la risposta alla fine l’hai comunque.
Mi piace quando ti sfoghi con me, perché mi fai sentire utile nonostante tu abiti lontano, nonostante io non sia utile.
Mi piace quando mi racconti tutto esaltato di come vanno le cose con il gruppo – e tutte le volte mi fai venir voglia di vederti cantare, giusto perché secondo me ci metti passione a cantare.
Mi piace quando mi scrivi cose carine, anche se non capisco se le dici tanto per o se le dici perché le pensi.
Mi piace quando scherzi, in qualsiasi modo lo fai.
Mi piaci perché quando ti sento non penso più a lui, non penso a dove sarà, non penso a tutte quelle cose che mi fanno male, mi fanno paura. Sei una distrazione, da me, da lui, da tutti. Mi piaci perché quando leggo i tuoi messaggi sento un vuoto allo stomaco, un vuoto che a pensarci a menta fredda non ispira nulla di buono, però mi piace lo stesso quando penso “speriamo sia F.” e poi sei tu e puff!, arriva il vuoto allo stomaco.
Mi piaci. Forse. Forse mi fai solo bene e io sono una grandissima sprovveduta e confondo il fatto che mi fai bene con il fatto che mi piaci. Mi piaci è forse è il termine sbagliato, però quando qualcuno mi chiede “ma lui ti piace?” è più facile rispondere che sì, mi piaci anziché spiegare che non è tutto così semplice, che le persone possono farti bene, possono farti bene e piacerti, posso farti venire le farfalle allo stomaco che è un po’ di più di piacerti e basta, posso farti miliardi di cose, ma se dicessi queste cose, dopo aver rimesso il telefono in tasca dopo averti risposto o aver visto che di te non c’è traccia, mi prenderebbero per pazza e allora dico “sì, no, c’è boh non lo so!” o un “sì” un po’ così, un po’ svogliato e un po’ poco convinto.
Mi piaci e mi fai bene. Mi piaci o mi fai bene, devo ancora decidere se per un “e” o per un “o”, ma poco mi importa, sai? Tanto lo so, che alla fine, la facciata arriverà comunque, però per ora non mi importa, voglio solo sentirti, solo parlarti di più, magari riuscire a vederti faccia a faccia e rispondere a tanti di quelle domande che la metà di bastano.
Sì, okay che io ti sto scrivendo su un dannato documento di Microsoft Word tutte queste cose che dovrei avere il coraggio di rischiare e dirtele in faccia, ma tu non puoi scrivermi alle due meno cinque del pomeriggio “ci sentiamo dopo che finisco di mangiare” e sparire per la miliardesima volta.

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