Un mese e ventiquattro giorni.
Cinquantacinque giorni.
Milletrecentoventi ore.
Settantanovemiladuecento minuti.
Quattromilionisettecentocinquantaduemila secondi.
Qualche secondo se n'è andato, perso tra conti scritti in una grafia incomprensibile, tra seghe mentali, paure e pensieri negativi su un futuro lontano più di quattromilionisettecentocinquantaduemila secondi.
Mi devono concentrare sui numeri, dividerli sempre di più e farli diventare un numero enorme di secondi, per non pensare alla paura, perché ho ancora quattromilionisettecentocinquantaduemila secondi - meno tutti quelli che sto perdendo - per superare la paura di vederti, di salutarti, di parlarti faccia a faccia, di farti vedere che divento rossa davvero se mi dici qualcosa di carino o di imbarazzante, di abbracciarti.
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