domenica 23 settembre 2012

Se puoi, se puoi non andar via resta.


Ciao F.,
ti sto scrivendo su un foglio di word iniziando una delle tante lettere che non consegnerò mai. Sai, mi piace pensare che un giorno qualcuno ritroverà queste lettere, magari quando io sarò vecchia, avrò l’Alzheimer come aveva nonna e non ricorderò nulla, neanche per chi le avessi scritte quelle lettera e allora, quel qualcuno sarà curioso di sapere, le leggerà tutta e penserà di consegnarle. Qualcuna, forse arriverà a destinazione grazie magari alla fortuna e a qualche anziana amica invecchiata abbastanza bene da ricordarsi chi era quello o quell’altro ragazzo per cui avevo scritto. Alla fine, i destinatari delle mie lettere sono pochi, sono tante le lettere.
Sai, non so neanche perché ho questo bisogno impellente di scriverti, perché oggi non ho bisogno di scrivere, ma ho bisogno di scrivere a te. Forse è perché non ti sento da giorni e quando voglio bene a qualcuno inizio a preoccuparmi troppo per lui o forse è perché mi piaci – cristo, se mi piaci! – e io so che, il giorno che riusciremo a vederci, non cambierebbe nulla, sarei solo più fottuta, perché tu farai qualcosa di indefinito per cui io mi perderò ancora di più per te. O sarà il tuo accento o qualche piccolo vizio, come J. che si stringeva con le mani le spalle. Vedi, il problema con te non è che fai dediche da mozzare il fiato dicendo poi che stavi scherzando per poi passare a chiedermi quando salgo, alla fine a non capirci nulla con te ci sono abituata, è da mesi che va così. No, il problema con te è che non sei uno stupido superficiale, perché se ti dico qualcosa che mi ronza per la testa non mi dici “passerà”, ma ti metti a parlare, se ti chiedo perché canti, mi dici che è per fare arrivare un tuo messaggio agli altri, se parli delle donne, sei così qualcosa che fai sciogliere anche me e questo mi ha letteralmente fottuto il cervello.
Sai, F., normalmente avrei pensato “vaffanculo! Io e lui siamolo due amici! E anche se mi piace, che c’è di male a scrivergli? Vivo nel ventunesimo secolo, non nell’ottocento che era l’uomo a dover fare il primo passo. Fanculo a quelle dannate regole del non rispondergli subito, fatti desiderare, non cercarlo se non lo fa lui”, ma invece ora resto qua, a torturarmi perché non voglio disturbarti e però guardo la scritta “online” che diventa “visto l’ultima volta alle 19.28” e a fissare il puntino verde accanto alla tua foto. Il bello di te, F., è che mi hai fatto scoprire cose che di me ignoravo totalmente, mi ha fatto scoprire la gelosia, quella che ti fotte il cervello e che non mi fa dormire iniziando a domandarmi con chi hai parlato al giorno, perché hai taggato una mia amica – sì, sono stata gelosa di lei! Te ne rendi conto!? – e come cavolo va con la tua ex che ogni tanto ti ritorna in mente. Mi hai fatto scoprire che io sono umana più di quanto avessi mai pensato.
Sai F. quando abbiamo parlato delle nostre cotte delle medie che ti ho parlato di quel ragazzo? Ecco, ti ho mentito. Quando mi ha scritto “ti ci sarà voluto molto per dimenticarlo” ti ho risposto di sì, ma che poi ce l’ho fatta ecco… non è vero. Io quel ragazzo non l’ho dimenticato, se ora lo vedessi potrei cadere in ginocchio sotto al peso del cuore che mi esplode, se lo nominano io sento il cuore che si blocca e non riprende a battere fino a che non arriva qualcuno che mi distrae; io non riesco a parlare di lui, posso scriverne per ore, ma parlarne no, è troppo per me che in realtà son più piccola e debole di quanto sembra. Avrei voluto dirti tutto e forse ora te lo direi, sai? Ti direi “no, non l’ho dimenticato. Lui è ancora dentro di me, lui è ancora quello che mi sconvolge, quello che mi fa battere il cuore in una maniera così spaventosa che tutte le volte penso “oh cristo, ora muoio. Sta esplodendo”, ma poi non succede ed io sto bene a solo a vedere un suo sorriso su una foto” però aggiungerei che tu sei l’unico con cui riesco a non pensare a lui, sei l’unico di cui mi fido, l’unico a cui direi “okay, lui non so se potrò mai scordarlo, ma con te potrei anche riuscirci. Con te voglio andare avanti”.
(No, non lo scorderò, questo toglitelo dalla testa.)
Ora, in questo momento, vorrei che noi non fossimo solo amici, vorrei poterti dare questa lettera e non farla diventare l’ennesimo post di un blog perché non voglio farla andare persa, vorrei poter scriverti quelle frasi di canzoni dove ti sto trovando – sai che il cd di Nesli è pieno di te, tra una frase e l’altra? – e vorrei, non proprio per ultimo, poter salire su un treno, correre da te e guardarti mentre ti chiedo di abbracciarmi, di baciarmi. Vorrei che io e te non fossimo noi, non fossimo lontani, magari le cose sarebbero più chiare.

Ciao F.,
come stai?

2 commenti:

  1. Mi hai fatto conoscere la gelosia quella che fotte il cervello. Eh già quando cominci a provare gelosia sei veramente fottuto!
    Tante volte mi sono chiesta e se... ma con i se non si va da nessuna parte. Se è veramente quello che vuoi cerca il coraggio e provaci. E' meglio avere rimorsi che rimpianti, questa non è solo una stupida frase fatta, è semplicemente vera.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sai quanto bene mi facciano i tuoi commenti, sempre, soprattutto questo.
      Magari domani, potrei anche provare a cercarlo senza tante seghe mentali sul "e se lo disturbo?", "e se non mi vuole sentire?", perché hai ragione, i rimorsi sono migliori dei rimpianti.

      Elimina