mercoledì 2 gennaio 2013

E' come andare via da casa senza sapere quando si torna.

Firenze che mi accoglie con il calore delle prime stelle della sera, il calore della gente per le strade, arrivate da ogni dove per l'ultimo dell'anno.
Firenze che mi accoglie come se fosse una grande casa calda dove c'è sempre qualcuno pronto ad aspettarti, qualcuno pronto a darti un sorriso, un abbraccio, una parola buona.
Firenze e le sue strade illuminate per Natale, la gente ciuca e non che per la strada la notte di capodanno urla "buon anno!" e "volemose bene!", il suo farmi un regalo dandomi quella forza nuova di cui avevo bisogno allo scoccare di un nuovo anno, ricordarmi che non son sola, che ho delle amiche vicine che son più belle dei fuochi d'artificio.
Firenze che mi aiuta, che mi fa trovare la risposta a domande che mi fottono il cervello da settimane, che mi indica la strada e mi porta per mano tra i primi passi.
Firenze che quando vado via mi saluta con la pioggia che le dona un'aria malinconica, come lo sguardo vissuto di quelle signore che si incontrano per strada. Firenze che sembra salutarmi, dirmi che la prossima volta sarà lì, ad accogliermi di nuovo a braccia aperte, dirmi che quando torno lei sarà sempre lì. Firenze che saluta ricordandomi che una casa, è una casa, anche senza abitarci davvero.

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