La sveglia che suona alle sei e mezzo.
La mancanza di forza per alzarsi.
Vestirsi coi primi vestiti puliti che offre l’armadio.
L’acqua gelata.
Il caffè diventato freddo nel thermos.
Le oche in autobus.
Il compito di fare per me e chiunque inizia a chiamarmi.
La gente che mi chiama.
I nervi che cedono.
Le amiche che mi parleranno di tante cose e io che non riuscirò ad afferrarne neanche mezza.
Le amiche che parleranno, io non capirò e mi sentirò in colpa.
Il pranzo con le compagnie di classe e il sentirsi esclusa.
E poi a casa a studiare.
E poi a casa a chiudersi con la musica e un buon libro per sopravvivere ad un fine giornata terribile.
E poi, forse, comparirà lui che, magari, saluterà col sorriso e cambia tutto.
O forse non comparirà e non cambierà nulla.
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