sabato 17 maggio 2014

Un passo avanti e cento indietro.

Per ogni passo avanti che faccio, torno indietro di altri dieci oppure finisco ad ogni passo più vicina ad un dirupo, avvicinandomi di spalle, quindi perdendo anche il senso della distanza che c'è tra me ed il baratro.
Il suo dolore mi arriva addosso come un proiettile che, oltre a ferire la pelle, a far zampillare il sangue, rompe qualche osso. Lo sento addosso, come se fosse mio, e mi spiazza, perché essere empatiche e sentire la tristezza altrui, capirla, è una cosa, ma il dolore che ti fa imprecare, come l'acqua gelata quando ti butti in mare prendendo la rincorsa, è tutta un'altra cosa.
E forse tutti i passi avanti che credevo di aver fatto non erano immaginati, ma solo nella direzione sbagliata.

2 commenti:

  1. Per quanto queste righe siano malinconiche non posso non consuderarle bellissime. Scrivi davvero bene
    Un abbraccio

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    1. Avendo letto, in "silenzio", il tuo blog, non posso che considerarmi lusingata da un tuo "scrivi davvero bene", quindi ti ringrazio di cuore.
      Un abbraccio a te

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