giovedì 28 maggio 2015

Piccole maturande disperate.

Alterno momenti di imprecazione o santi disturbati in maniera poco carina a momenti di pianto perché non so ancora se riesco a farmi ammettere alla maturità. Tutti dicono di stare tranquilla, io oggi ho saltato il pranzo dopo una giornata scolastica disastrosa e salterei volentieri anche la cena, passando direttamente all’uscire e al mio drink alcolico.
Ho da studiare per quelle materie di cui vogliono altri voti, quelle da alzare per stare tranquilla, quelle da alzare perché so di poter far di più e il mio otto in italiano lo voglio, come voglio almeno sette in storia e spero di essermi abbassata psicologia che sotto ad un certo voto mi scoccia di principio averla e oltre tutto questo dovrei anche cercare e buttare giù la tesina, visto che s’è fatta ‘na certa e (si spera) di doverla consegnare poi fa non troppo tempo.
Avrei bisogno di giornate da quarantotto ore e settimane da quattordici giorni.
Ora vado a fare i biglietti di francese, poi cena e poi, per una cavolo di sera, abbandono i libri e esco, fingendomi una ventunenne qualunque che non ha perso troppi anni.

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