venerdì 1 aprile 2016

Ho ventidue anni, per me la morte dovrebbe essere un concetto astratto o qualcosa di legato a qualcuno di più avanti con l'età, invece stasera sono davanti ad un computer con gli occhi lucidi a cercare parole che non ci sono, che non so neanche se esitano. Volevo prendere una penna e scrivere a mano, ma le mie mani tremano, come buona parte del mio corpo, batto a computer per esorcizzare il dolore, lo shock.
A ventidue anni non si può morire, tanto più su una strada per uno sbaglio, per una distrazione, che sia proprio o di un altro poco importa, non si può proprio morire. A ventidue anni non si può morire e basta.
Chi era? Uno sconosciuto per me, il ragazzo di un'amica - una cara amica - visto forse un paio di volte. Un ragazzo okay, uno che si presenta sorridendo educatamente, come è raro vedere in una generazione di arroganti che devono per forza fare i duri. Uno che non era una testa di cazzo fattone che te lo aspetti possa succedergli qualcosa, era uno okay.
Lei chi è? Lei è una persona stupenda, una di quelle che mi ritengo fortunata a conoscere, una di quelle per cui stavo già cercando le parole per il suo compleanno che è tra due giorni.
Io? Io sono qua, scrivo parole a caso, perché ho ventidue anni, un'amica a pezzi che non riesco a contattare, perché - giustamente - non risponde a nessuno, perché al suo posto lo farei anch'io, da cui non posso andare, perché sono a piedi, perché devo aspettare domani che io ed un'amica troviamo la forza di andare a tenere uniti i pezzi di una persona che è finita in un miliardo di pezzi. Ho un dolore sordo dentro al petto, non capisco cosa fare, come si reagisce ad un coetaneo che se ne va così, da un momento all'altro.
Io che dicono tutti che con le parole ci so fare, io che sono quella che sa esserci per tutti, io non so cosa cazzo devo fare o cosa cazzo devo dire.
E Dio santo, come cazzo si fa a morire a ventidue anni? No, io non lo accetto, non ci riesco.
E come si fa a dirmi da una vita che devo per forza credere in qualcosa quando succedono 'ste cose a chi non se lo merita proprio per niente? Io credo solo che tutto questo non può essere davvero reale.

2 commenti:

  1. Non ci sono parole, quando non c'è proprio niente di giusto in questa vita certe volte. Io ti mando soltanto un abbraccio, con la speranza che tu possa trovare la forza per stare vicino alla tua amica che è fortunata ad avere te.

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    1. Mi sto mettendo d'impegno per riuscire a starle vicino e ricordarle che ci sono, ma non è facile. Comunque grazie, sia per l'abbraccio che per le parole che mi hanno strappato un sorriso.

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