Ho sempre inseguito la figura di mio nonno cercando di essere quanto più simile a lui: forte, onesta, sincera, coerente nelle proprie idee, una brava persona. Ho sempre pensato che pur avendo imparato tanto da lui, come il fatto di battermi sempre per le cose in cui credo e in quello che credo giusto, io non abbia niente di lui né caratterialmente né fisicamente. L'unica cosa che ho preso da mio padre è il mento che è di mia nonna, non di nonno, e poi nient'altro, perché lui bellezza fuori dal comune con occhi di ghiaccio e capelli corvini, io anonima e niente di che. Lui uno da cui imparare, io un caso umano. E ho sempre sofferto un po’ di non riuscire ad essere come lui, soprattutto dopo la sua morte, perché sentivo di averlo perso, che non mi restava nulla.
Oggi ho riguardato vecchie foto con zia, mi mancavano troppo e avevo bisogno di rivedere i volti, di trovare i ricordi. Abbiamo parlato di nonno, di un biglietto di auguri e amore a nonna, abbiamo ricordato come sapesse scrivere e zia mi ha guardato dicendomi “ci sapeva fare con la penna, come ogni P.”. Ora ho gli occhi lucidi, perché so cosa intendeva con “come ogni P.” e allora capisco che non l'ho perso, che qualcosa di lui in me c'è.