E' uno di quei periodi brutti dove mi sembra che dopo il temporale, anziché arrivare il sole, arriva solo un altro temporale e poi pure le inondazioni. E' uno di quei periodi dove cerco di essere una brava persona, una brava studentessa, una brava figlia, una brava amica, ma mi sembra sempre di fallire in tutto, di non azzeccare nulla. E' uno di quei periodi dove se mi dicono che sono una merda ci credo, senza farmi dubbi su come e chi l'ha detto.
Mi sembrava che le cose andassero meglio, ma piano piano sono scivolata sempre più giù, la mia ansia, i miei dubbi, la mia fatica e poi le litigate con chi credevo amica, l'incidente, la macchina che forse è andata a puttane e io che mi sento un disastro in tutto, che torno a dipendere dagli autobus, dagli altri, dal non poter chiedere all'unica amica vicina di vederci per qualche sigaretta al "nostro pub perché non so più come muovermi. Cerco un appiglio in me e non trovo che un muro senza appigli. Mi risento come anni fa, come quando era tutto buio. Poi mi siedo e anziché vedere solo il buio vedo qualche luce, non tanto nella mia famiglia che più che mai sembra uscita da una canzone di Eminem, ma nelle amiche. Poche, pochissime, spesso lontane, ma sono lì e allora basta poco e anche se gli occhi pizzicano e faccio fatica a respirare almeno mi ricordo che non sono sola. Almeno c'è qualcuno e se urlo, questa volta non si perde nel buio. Qualcuno sente.
E' una consolazione forse da poco, ma che ora come ora è l'unica certezza che mi resta insieme alla musica. Tutto il resto frana, queste due cose no.
"Guarda chi resta", ha detto qualcuno e aveva ragione