lunedì 5 marzo 2018

Avrei voluto nascere con il coraggio di buttarmi, non con quello di nuotare tra gli squali.

Tiratela un po’, se non ti scrive, scrivigli tu tra qualche giorno”.

Quanto sono “qualche giorno”? Come faccio a capire che sono “pochi giorni” o “troppi giorni”?
Come si scrive ad una persona? Come si inizia una conversazione? Cosa si scrive? Cosa è concesso e cosa no?
Perché sarei in grado di dire “ti va di vederci per un caffè?” e non di iniziare una conversazione?
Speravo che mi scrivesse lui, dopo la vacanza, dopo i comportamenti e le frasi ambigue, ma niente, il nulla e per una volta nella mia vita sto seriamente pensando che rischiare è meglio del rimpianto di non averci provato. Avrei voluto scrivesse lui per primo, perché non so iniziare a ballare, ma so buttarmi in pista se qualcun'altro apre le danze. E invece no, qua mi rendo conto che il primo passo è nelle mie scarpe. Dove sta il problema? Sta che dopo una vita a sfuggire da ogni rischio, tuffarsi è la cosa più difficile che nuotare.

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