domenica 13 novembre 2011

Di te (mi) rimane solo il profumo attaccato alla lana.

Ciao nonna, come stai?
E' così tanto tempo che non ti scrivo, che mi sembra quasi la prima volta. Oggi hanno buttato fuori da casa tua e di nonno i miei ricordi, mettendoli in un sacchetto insieme alla mia vecchia carrozzina ed altre cose. Mi sento troppo piena di ricordi, come se li avessero sfrattati e loro sono tornati tutti insieme da me dicendomi "hey, non sappiamo dove andare, possiamo tornare da te?" ed io vorrei dirgli di no, di rimanere là o, almeno, di tornare un po' alla volta, ma non posso.
Ho preso una boccetta di uno dei tuoi profumi ed il tuo giacchetto di lana, quello marroncino chiaro-beige, spero non ti dispiaccia, ma mi ricorda così tanto quando, d'inverno, venivo da te, che non potevo farne a meno. La lana ha tenuto un po' del tuo profumo, ma non so se è davvero lì o sono io che avrei così tanto bisogno di sentirlo, dopo tutto questo tempo, che me ne sono convinta, ma infondo anche Dody e zia hanno detto che sì, sa ancora un po' di te; io, che devo sempre chiedermi il perché di tutto, mi chiedo come fa, questo giacchetto di lana un po' infeltrita, ma sempre caldo e morbido, ad avere il tuo profumo se tu te ne sei andata da più di un anno, ma mi va bene, benissimo, mentre scrivo lo annuso un po' e mi sembra di essere meno sola di quanto mi sia sentita negli ultimi due mesi.
Il tuo giacchetto mi va, nonostante tu fossi così piccolina, le maniche le ho tenute risvoltolate come le avesi messe tu, nonostante vorrei tirarle fin sopra le dita, ma non voglio cambiare nulla.
Scusa nonna, vorrei scriverti qualcosa di meglio, ma io e le parole abbiamo litigato, io le ho in testa -avrei così tante cose da raccontarti, da volerti dire, nonostante il fatto che tu non potrai mai dirmi la tua- ma loro non voglio uscire.
Nonna mi manchi, mi manchi così tanto che sentire il tuo profumo è l'unica ragione per cui, stasera, non mi senta così sola da avere un buco nero al posto dello stomaco.
Salutami il nonno, abbraccialo da parte mia, perché io e lui ci siamo sempre detti "ti voglio bene" con gli sguardi e mai con un abbraccio.
Ti voglio bene.

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