Un giorno, per caso, rivedi una persona che non vedi da tempo e chiedi sigarette
ad un’amica per non sprofondare, ma poi cadi, perché i ricordi sono lì, pronti
ad arrivarti addosso alla prima distrazione.
Quella volta del mio mento che viene preso tra le sue dita per alzarmi il viso.
Quella volta del “come lei ne salto due!”.
Quella del “con questi riccioli mi sembri Slash!”.
Quelle volte degli abbracci in mezzo al corridoio dove finivo contro al suo
petto e pensavo che quello fosse il posto più bello del mondo.
Quelle volte del distacco, dove gli abbracci diminuivano, come i saluti e le
chiacchiere ed i “vieni a fumare fuori, domani?”.
Quel giorno non meglio definito dove un amico diventa uno sconosciuto. Dove il
tuo sole tramonta e i ricci neri spariscono.
E poi, così, per caso, te lo ritrovi davanti, niente riccioli, niente saluti,
due sconosciuti nello stesso posto. E ti manca tutto a livello fisco e allora
fumi per non crollare, ma poi in macchina guardi il cielo e ti chiedi perché
tutti si allontano da te.
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