martedì 12 marzo 2013

I heard that your dreams came true.

Ciao D.,
auguri, finalmente sei diventato papà (oggioggi? Ieri? Poche ore fa? Quando? Dove?) e io mi auguro che sia tutto apposto, che lei stia bene, ma soprattutto che siano bene le bambine e che il “nate premature” non crei problemi.
Auguri, so – senza averti parlato – quanto tu volessi diventare papà, nonostante tutto.

Un anno fa, o pochi giorni di più di “un anno fa”, stavamo entrambi piangendo una perdita. Diversa, totalmente forse, ma che ci ha sconvolti entrambi. Una perdita con un nome fa ancora più male.
Un anno non c’erano verità che bruciano più del sole su una ferita, più del fuoco sulla pelle, più di tutto. Ci sono verità che ti fanno diventare cattiva, dire “non ti può mancare. Non era lui” o peggio “per me non è mai esistito” che è peggio di fingere la sua morte, perché è rinnegare tutto, tutto. Ci sono verità che fanno male non perché ti colpevolizzi di non averle viste, ma perché non le hai mai pensate come false. Fiducia cieca, senza dubbi. Ci sono verità che fanno male perché ce le siamo negate e tante verità messe insieme e fanno rabbia, labbra morse a sangue, debolezza, ma su tutto c’è una che va oltre questo, oltre al dolore di averle scoperte. E’ la consapevolezza che le supereresti, senza dubbi.

Sei diventato papà, che effetto fa? Le hai strette? Hai potuto o sono state messe subito nell'incubatrice?
Hai pianto?
Sì, ne sono quasi sicura. Riesco quasi a vederti che ti sciogli e piangi per il miracolo della vita, per le tue figlie.
Le tue figlie.
Ora ci sono grandi responsabilità, scelte da fare, cose da cambiare.
Io non ti ho mai chiesto nulla, se non una volta di camminare sotto il sole con me per andare a prendere una crepes, ma ora vorrei chiederti un paio di cose.
Smettila, con tutto. Smettila non per te, per lei, per me o chiunque altro, smettila per quelle due bimbe dai nomi strani.
Cresci, per non cadere più nelle bugie e nei brutti giri. Cresci, ma non troppo, perché devi insegnare a loro a sognare.
Leggi loro una storia ogni sera, fin da ora. Inventale, se non trovi.
Abbracciale, ma si fermo quando dovrai sgridarle. Stringile forte come facevi con me quando ero debole.
Non farti vedere mai deluso da loro, mai. La delusione di un padre, per una figlia, è peggio di un amore ferito o finito.
Insegna loro che i soldi non sono tutto, insegnali la bellezza di una risata, delle corse sotto la pioggia e del sorriso.
Fai domande, noi figlie non parliamo, ma rispondiamo.
Sii presente e falle sentire belle, anche queste due cose.
E non mentirgli mai, almeno non a loro.
Insegnali il valore dell’amicizia, mi stavo dimenticando di dirti anche questo, perché nonostante le (enormi) bugie, tu l’hai insegnato a me.
Auguri, D..
Con tutto l’affetto possibile.

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