C’è una fase in cui passano alcuni bambini, dove il loro rapporto coi propri giocattoli e quelli degli altri si può riassumere in “quello che è tuo, è mio e quello che è mio, è mio” ed io faccio, nella mia vita, con il dolore. Il tuo dolore, è mio e il mio dolore è mio. Mio e basta.
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