Fino a qualche mese fa, se mi si chiedeva cosa volevo fare da grande rispondevo "non lo so, ma vorrei fare l'università", perché i miei piani, vaghi, mai ben delineati fino in fondo, si fermavano alla laurea. Ora, alla domanda "cosa farai in futuro?" rispondo con certezza, senza incertezze, spiegando un piano ben delineato, difficile, lungo, forse anche un po' troppo da sognatrice incallita quale sono, ma è lì, solido e, per certi versi, rassicurante
Tutto questo, mi spaventa, perché questo vuol dire che sto veramente crescendo, io che evito di prendere la patente perché, oltre ad aver paura di uccidere qualcuno, non voglio sentirmi parte del mondo dei "grandi", ho già deciso tutto, con gli ovvi piani b, c, d e tutto il resto dell'alfabeto, e penso più in là di domani o del fine settimana. E fa paura, ma fa sentire sicuri, come se si fosse in mezzo all'oceano e, oltre a sapere la meta da raggiungere, si sa con assoluta certezza la rotta e si sa di non poter sbagliare, nonostante le tempeste improvvise che potrebbero arrivare.
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