martedì 9 settembre 2014

I sang a lullaby by the waterside and knew if you were here, I'd sing to you.

Avrei bisogno di scrivere sentendo tra le mani il contatto rilassante con il corpo di plastica della penna, con l'inchiostro nero che disegna parole sulla carta bianca mentre la penna danza con passi incerti ed imprecisi per lasciare quell'indefinibile disegno di parole dato dalla mia grafia quasi sempre non precisa e costante. Avrei bisogno di questo, ma in tutta la casa non trovo una singola penna nera che mi vada bene e la Moleskine è, in questo esatto momento, troppo lontana da me. Mi accontento del digitale, ma è così distaccato e privo di sbalzi d'umore, tremiti della mano sotto un qualche pensiero che rimane impresso in una parola più tremolante della precedente; mi accontento, perché se non scrivo ora, in questo esatto momento, potrei implodere.
Continuo a sentire la stessa canzone non so più da quanto tempo, ma di tutto il testo l'unica cosa che la voce di Ed Sheeran riesce a farmi arrivare al cervello, permettendomi di sentirla davvero, capirla e sentirla rimbombare nella mia testa è quel "I sang a lullaby by the waterside and knew if you were here, I'd sing to you". Rimbomba da ore nella mia testa, come una verità che fa male, male da morire.
Se lui fosse qui.
Se lui fosse qui cosa? Gli canteresti una ninnananna in riva al fiume?
No, non so cantare, prima di tutto, quindi non sarebbe una bella cosa e, poi, che senso avrebbe cantarla a chi non vuole sentirla? A chi, tra l'altro, non vorrà mai sentirla?
Non so neanche quanto serva darmi queste risposte ciniche - ciniche, ma veritiere - che tanto il mio cervello memorizza, ma non sente, perché la canzone le copre con quella stramaledetta frase che, per un breve momento, è quasi stata sostituita da un'altra che dice "you're the song my heart is beating to". Una canzone straziante, probabilmente.
Continuo a chiudere gli occhi e a vederti qua, quando invece sei a chissà quanti cazzo di chilometri lontano da "qua"; continuo a chiuderli e a risentire quella stramaledetta sensazione di completezza che era solo - sempre e solo - mia. La cosa peggiore è sapere che il ricordo di quella sensazione, il ricordo della sua voce, il ricordo di lui qui è l'unica cosa a calmarmi quando l'ansia sale, sale, sale, sale fino a soffocarmi.
La cosa buffa è che mi sento a pezzi, continuo a sentire questa canzone che non so neanche quanto mi aiuti a stare meglio mentre continuo a negare a me stessa la necessità di dire a qualcuno di fidato "sto a pezzi, mi manca più di quanto mi è mancato un anno fa quando è ripartito, più di quanto mi sia mancato a gennaio quando sono ripartita io", ripetendomi che forse lo vedrò tra poco e forse, allora, questa sensazione sparirà per non tornare, ma so bene che tornerà. Tornerà più forte di prima, portandomi più vicina all'implosione.
Chissà dove, chissà come sta, chissà a cosa pensa, chissà quante cose che non so.
"I sang a lullaby by the waterside and knew if you were here, I'd sing to you".
Se solo fossi qui...

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