Cerco di tenere occupata la testa in tutti i modi, per non sentire le paranoie, l'ansia e quel dannato senso di mancanza che mi fa sentire persa che mai.
Ho ripreso la mia routine, modificandola un po' rispetto agli altri anni: ogni mattina mi alzo alle sei e mezza, senza rimandare la sveglia, cercando di non fare tutto di corsa e con l'ansia di perdere l'autobus.
Cerco di essere amichevole con tutti, nonostante stia sulle mie senza farlo notare troppo, di scherzare, senza però star sempre a far la stupida. E poi studio senza rimandare, senza troppe pause.
Mi tengo occupata e per un po' funziona, però poi mi torno a preoccupare per tutti, cioè per quel gruppo ristretto di persone di cui mi importa davvero, per me stessa ed il mio futuro. Tutto questo finisce in paranoie, in ansia. Non ne parlo, sia mai che qualcuno si senta in colpa per rendermi partecipe e non voglio, mi va bene star in silenzio, sono abbastanza forte da sopportare, ma se ho bisogno chiedo aiuto. Ho imparato.
E poi c'è quel senso di manca che non è mai stata presenza e che fa malissimo per quello, perché ti sfiora, ti trapassa senza fermarsi mai. Ti fa sentire un senso di vertigine che è come il senso di acquolina quando il vento porta il profumo di pane caldo, ma non puoi mangiarlo. C'è chi si lamenta di una presenza diventata assenza, ma io gli farei provare cosa vuol dire avere un vuoto dentro che corrisponde perfettamente ad una persona che non hai avuto, non hai e non avrai mai, neanche per un giorno, ma solo per momenti inconsapevoli ed i momenti inconsapevoli non sono condividere, non sono riempire davvero un vuoto.
Ho un vuoto con la sua forma, lui non l'ha saputo un anno fa, non l'ha saputo otto mesi fa e neanche il mese scorso.
Ho un vuoto che ha la sua forma, ho ansie che si calmano solo col ricordo di uno abbraccio o di lui che legge ad alta voce. Ho una strana nostalgia che ha il suono della sua voce ed marea di canzoni che sanno di pop-corn e tè caldo, come quella volta ad inizio gennaio.
Ho tutte queste cose, ne ho anche tante altre, ma se non ho le mani sulla sua schiena per cercare di fargli capire le cose che non ha mai capito e che non ho mai avuto il coraggio di dire, che cos'ho?
Forse è meglio se torno a geografia, al è ed a "American History X".
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