martedì 7 luglio 2015

"Fai ciò che ti piace e ricordati che sei ok".

Oggi, dopo aver ricevuto la foto dei quadri su whatsapp (fa troppo caldo per farmi tutti quei chilometri in autobus per leggere un voto), dopo aver avvertito un po' di persone, dopo aver iniziato a metabolizzare che con due anni di ritardo, un cambio di scuola, tanto sconforto e sudore ho ufficialmente finito la mia carriera da studentessa delle superiori, ho preso il telefono e mi sono tolta lo sfizio di ringraziare una professoressa.
Non una di quelle a caso, una di quelle che a volte sclera, ma che è in grado di appassionarti alla materia, ma che soprattutto ha saputo appassionare me alla sua materia. Inoltre, mi ha aiutato a ritrovare la voglia di studiare, di non fermarmi al diploma solo perché avevo perso due anni e che mi ha aiutato a capire tante cose di me, che mi ha dato più di semplici nozioni scolastiche.
Le ho mandato un messaggio dicendole tutte queste cose, senza pretendere risposta, semplicemente per informarla di quello che pensavo, per ringraziarla sperando di avere, un giorno, la possibilità di rivederla. Forse è per questo che, quando mi sono arrivate le sue risposte, mi sono sentita sul punto di commuovermi. Ha detto alcune belle cose, cose che sono importanti per me visto che sono dette da una persona per cui nutro stima.
Forse è davvero questo quello che contava per me, più di un voto discretamente alto. Contava la gioia di mia madre, lo stupore di mio padre, essere riuscita a dimostrare almeno ad un insegnante chi sono quanto valgo, sentendomelo ricordare spesso.
Me la porterò nel cuore, come professoressa e come persona, insieme a quell'abbraccio e quel pensiero per il mio compleanno, insieme alle sue parole.

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