giovedì 2 luglio 2015

"Fosse anche solo per non aver mai mollato".

E' finita, sono sopravvissuta, comunque vada ne esco da vincente.
Sono rientrata a casa da poco, il sudore mi sta appiccicando addosso la maglia ed i pensieri e scrivere, con il caldo che fa, è uno sforzo fisico non da poco.
Ho dato l'orale della maturità o, per essere corretti, dell'esame di stato. Come mi sento? Sollevata, strana, esausta, pronta.
Non mi importa del voto, perché arrivare alla fine viva vale più di ogni voto in centesimi. Ho lottato nove mesi contro le mie mancanze, contro il peso di due anni persi, ho combattuto soprattutto contro me stessa, perché sono stata il mio peggiore ostacolo. Ho combattuto contro l'ansia, contro le mie insicurezze, contro i "non ce la faccio". C'è chi dice che ce l'avrei fatta anche senza la loro presenza, ma se ho vinto è anche merito delle amiche che ci sono state, oggi e sempre, dei messaggi senza senso a mie domande d'ansia fatte ad un amico fin troppo paziente.
Sono entrata l', cinque amiche e non so bene quanti compagni di classe a sentire, la paura che inizia a scemare quando vedi una professoressa a te sconosciuta illuminarsi al titolo della tesina, scema quando esponi e rispondi al massimo delle tue capacità.
E' vittoria quando rispondi a tutto, anche se a tentoni davanti ad una materia che proprio non riesci a comprendere. E' vittoria quando ti senti dire che "il compito non serve che te lo faccia vedere: è praticamente perfetto". E' vittoria quando ricevi i complimenti da tutti, ma non per i complimenti in sé, ma perché sai di avercela fatta.
Non sarò il voto d'uscita, sarò quella che è riuscita ad essere fiera di sé, a farcela, sarò quella dell'abbraccio pieno d'ansia alle amiche venute per lei, ma che ride e scherza per nascondere la paura che in realtà la sta divorando. Sarò i sacrifici fatti, le cadute e le soddisfazioni conquistate lottando nonostante di cadute, negli anni e negli ultimi mesi, ne abbia fatte tante. Sarò i complimenti ricevuti pensando "ma per cosa!?", ma soprattutto sarò il "voglio diventare una giornalista nel campo dello spettacolo" in riposta a cosa vorrò fare dopo, detto per la prima volta ad alta voce davanti a degli adulti senza doverci minimamente pensare, ricevendo in risposta "trova gli agganci giusti, le possibilità ci sono".


(ore fa erano parole sudate, parole fresche e calde, come il sole sulla pelle durante un pomeriggio fuori con le amiche. Adesso, qualche ora dopo, sono asciutte, meno fresche, ma sempre calde.)

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