lunedì 10 luglio 2017

"Bitches before snitches." (cit).

Nella mia vita non sono mai stata brava a mantenere i rapporti d'amicizia, perché non sono costante, non ho un carattere facile, non ho filtro cervello-bocca e anche se lo avessi parlerebbe la mia faccia (risultato: se non ti do del cretino a voce, te lo dice la mia faccia); ci sono periodi in cui non posso fare molto per una serie infinita di ragioni e periodi in cui, invece, non ho voglia, non me la sento, di fare le cose. Non è quindi facile relazionarsi con me.
D'altra parte, per me non è neanche facile relazionarmi con gli altri sia per le ragioni sopra elencate, ma anche per una serie infinita di ragioni passate che mi hanno reso sempre meno propensa a fidarmi degli altri e perché avere un problema d'ansia che nelle giornate no ti sussurra "sei sicura che a quelle persone importi? Sei sicura che non dai fastidio? Non sei poi così necessaria, stanno bene soprattutto senza di te" non rende sempre facile mantenere stabile un rapporto, aumentando così la mia capacità di lasciare andare anziché di mantenere.
Per queste ragioni, rese sinteticamente perché in realtà potrei dilungarmi di più, posso dire di avere ben poche persone che reputo amiche e ancora meno che reputo Amiche con la maiuscola, di quelle che mi fido pressoché ciecamente e con cui mi sento a mio agio, totalmente a mio agio, dove non ho problemi a mostrare cosa c'è sotto i venticinque strati con cui nascondo la realtà delle cose. Ecco, queste Amiche si contano sulle dita di una mano e avanza pure il resto e, la maggioranza, sono pure lontane.
Dopo non so quanti viaggi a Milano, finalmente sono riuscita ad avere W. qua e non mi è pesato alzarmi presto per sistemare casa, per andarla a prendere di prima mattina con poco caffè in circolo. W. è riuscita a farmi andare al mare per due mezze giornate di fila, non un'impresa da poco considerando che abito al mare e per era off limits in estate da almeno due anni (non mi sono abbronzata, ma ho chiazze rosse nonostante la crema), ma anche a farmi comprare una gonna che bramavo da un po' e a farmela mettere con una maglia corta che non sembrava corta abbinata alla gonna ed ero così presa bene che mi sono fatta fare una foto, per ritrovarmela su Instagram e poter dire a me stessa "toh, guarda che ogni tanto riesci a fare uno sforzo per essere leggermente più femminile". Abbiamo riso, le ho mostrato la mia nota imbranataggine che mi porta a farmi male con un non nulla (ho un dito bruciato dalla piastra per capelli), abbiamo scoperto cosa succedeva in un film che avevamo visto finire mesi fa, ha provato le mie doti di cuoca (e non è stata avvelenata!) per due giorni di fila. Ho dimenticato, nonostante qualche casino, la mia ansia, i miei problemi, lo schifo che ultimamente portavo addosso.
W. tra qualche mese parte, va a Parigi per un anno, che sarà una noia senza di lei l'ho detto solo scherzando, ma infondo l'ha capito (e forse lo starà pure leggendo, ciao W.!) e non so bene come farò un intero anno senza dirle "oh, guarda quello! Pagaiami pure eh!", senza concerti, senza treni soppressi, senza "è un eterno appuntamento in stazione". Sarà dura, davvero, ma a volte basta sapere che una persona ti ha capita per sapere che un anno passerà.
E poi mi conosce così bene che, oltre ad avermi portato il cd autografato che aspettavo da mesi, adesivi di band bellebelle, mi ha portato Iron Man (con tutti i sensi che ha) e per me era davvero Natale.

E fa caldo, ma caldo umido, quello che lo senti appiccicato addosso, camera mia è tornata in ordine ed è silenziosa, fin troppo silenziosa.

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