Sono tornata a casa e mi sono chiusa in camera a lavorare maniacalmente all’articolo su Sanremo* con le cuffie ascoltando prima interviste e poi la musica, scelta accuratamente perché mi piacesse ma non l’associassi a niente. Non sono praticamente uscita di camera, ho limitato i contatti umani e ora dovrei farlo, dovrei uscire di qua
- oramai l’articolo è pronto e mandato in revisione, niente più scuse -
per andarmi a preparare per la palestra, dovrei riuscire ad articolare le parole per chiedere a mia madre se ha sentito suo fratello o mia cugina, se ci sono novità dal giro in ospedale, ma non mi riesce. Se provo a parlare mi fa male la gola, sento come una mano che stringe la presa nell’esatto momento in cui tento di parlare.
Ho sempre parlato tanto, ma non sono mai stata buona a farlo per le cose che so che possono ferirmi. A scrivere le cose che mi fanno male, ad articolare così le domande che non vorrei, sono bravissima.
Ogni volta che penso che le cose si siano stabilizzate, che io abbia trovato un equilibrio tutto trema e va al suolo. E’ una continua scossa di terremoto che mi tolgono la calma e quel poco sonno che riesco a concedermi la notte.
Vorrei sparire, vorrei chiudere gli occhi e rendermi conto di non essere qua, di essere altrove, in un’altra vita. Sono stanca, troppo.
* Tra l’altro, stranamente, mi piace, quindi - visto l’andazzo generale di merda di tutto - non andrà bene e beccherò un cazziatone
Non so come darti conforto, è la prima volta fra l'altro che passo di qui, ma ti posso dire che capisco le sensazioni che provi, il disequilibrio dopo l'equilibrio tanto agognato...penso che ci voglia solo tempo e pazienza e una buona dose di fortuna...e si bisogna (e lo dico anche per me) imparare a parlare anche di ciò che ci fa male, porre le giuste domande, esprimere i propri bisogni! Un abbraccio!
RispondiEliminaSto lentamente imparando a dire (anche) a voce quello che mi fa male, solo che per determinati argomenti non ho ancora imparato a parlare. Ci vorrà ancora un po' di tempo.
EliminaUn abbraccio e grazie di essere passata