Mi sono resa conto, parlando con le amiche, che la mia vita è sempre più simile a una serie TV di genere commedy, perché tra le mie avventure al volante, sui treni e in generale qualsiasi volta che metto piede fuori di casa ci sarebbe materiale per una mini serie di almeno tre stagioni. Siccome su questo blog abbiamo già "Origami e le sue (dis)avventure" e "Origami al volante pericolo costante", poteva mancare questo capitolo della mia vita che esisteva, ma non aveva un titolo? No. Ora che arrivo a questo punto mi domando a chi freghi di questa premessa, ma vabbe.
Il Cantante #1 - Pilot.
Una parte centrale della mia vita è composta dalla musica, è una cosa che non solo si nota parlando con me per più di cinque minuti, ma si nota anche passando da questo blog. Non faccio mistero di amarla, per questo amo andare ai piccoli festival musicali di provincia dove in un cartellone di due giorni ci sono si e no tre artisti un minimo più conosciuti perché per me è un modo per scoprire artisti nuovi. Così, quest'estate sono andata a un festival di due giorni dove ho fatto la mia solita figuretta da Origami: mi sono fatta vedere cantare sotto palco da questo bravo - davvero, è bravo davvero! - cantante che, non mi vergogno ad ammetterlo, quando ho scoperto la sua faccia dopo dieci giorni ad ascoltare il suo cd senza guardare manco mezza foto ho pensato "beh, complimenti a mamma e papà!". Lui mi vede cantare (infondo, ha suonato in un orario infelice e con poca gente sotto palco, cosa mi aspettavo io?), me lo fa sapere tramite l'amica che era a fare le foto e che gli riporta i complimenti, me lo fa sapere sui social quando vede che l'ho menzionato in una storia (dove, tra l'altro, stonavo la sua canzone che preferisco).
Nata e morta lì, per me. Invece nei mesi c'è stata un escalation: da semplici botta e risposta su Instagram - dove lui ha pure innocentemente ribadito che ho un posto speciale nel suo cuore, essendo io la prima persona "sconosciuta ed estranea ai fatti" che cantava le sue canzoni - siamo arrivati a lui che, dal nulla, mi informa di una macchina per andarlo a vedere nella sua città per il suo ultimo concerto salvo poi fare marcia indietro nel messaggio dopo con "non ti metterei mai nelle loro mani" e a sempre lui che mi informa, senza poi dirmi altro, della serata indie in una discoteca in zona (sì, la famosa sera del cd regalato e del mio post al gusto di vodka lemon). Mi sono detta, dopo un paio di giorni di farfalle nello stomaco perché Santo Tom Hiddleston da Wembley quanto è gentile e quanto sono azzurri i suoi occhi, "basta, move on!". Rispunta, rispondendo a un messaggio che neanche ricordavo di averli mandato, le amiche gli scrivono giorni dopo fingendosi me e lui risponde socievole come non mai. Continuiamo con me che cerco di attaccare bottone, ma finisce in un nulla di fatto.
Febbraio. Io decido di tornare in me, superato Sanremo per me è un "basta!" vero, sono decisa a ritornare in me, perché non ha senso, è stato solo gentile.
Si rende conto di non seguirmi, iniziando a seguirmi (mentre parlavamo no, dal silenzio sì).
Non smette di seguirmi.
Inizia a commentarmi le storie.
Qua si apre lo scenario da Caso Strano che attiro senza neanche volerlo: se apre la conversazione lui, è socievole. La inizio io, con le sue stesse tecniche, è un palo in culo.
Uno dice vabbe, che vuoi che sia? Di Casi Strani così ne hai trovati a bizzeffe!
Sì, me lo dico anche io. Salvo che gli altri C.S. non buttavano lì messaggi in cui tutti, nessuno escluso, vedono il sotto testo del "vieni a questo concerto?"/"sei a questo concerto?" salvo che poi quando potrebbe davvero dirlo, sparisce.
Chiamiamo uno bravo... non per lui, ma per me, per capire come sia possibile.
(Intitoliamo #1 - Il pilot, perché io dico che è finita qua, tutti dicono no. Vedremo.)
Nessun commento:
Posta un commento