Ritrovarti dentro le canzoni e non potertelo dire.
Sentire frasi che vorrei scriverti con un penna sull'avambraccio e non poterlo fare.
Sentirsi infinitamente stupide ed inutili davanti a tutto questo.
giovedì 31 maggio 2012
lunedì 28 maggio 2012
Cose che ti fanno sorridere #5
Innamoramenti
lampo in autobus per sconosciuti che non rivedrai mai più, ma che non solo ti
fanno scoppiare un enorme sorriso in faccia, ma ti fanno scoppiare anche la
primavera nel cuore e ti senti allegra e spensierata, nonostante quel ragazzo
ha solo incrociate il tuo sguardo mentre lo fissavi.
Messaggi
audio come risposte ad sms scritti, messaggi audio senza grandi discorsi, senza
grandi messaggi di fondo, solo sette secondi della sua voce e la voglia di
scrivergli “grazie, mi hai dato un modo per non pensare quando sparisci” e
trattenersi, perché del bene che ti fa non sa niente, ma alla quinta volta che
lo senti hai memorizzato ogni singolo accento e il suo modo di dire “studiarli”.
Alzarsi con gli incubi che ti offuscano la mente, le verifiche che minacciano di farti crollare, ma rientrare comunque a casa con la primavera nel cuore.
Alzarsi con gli incubi che ti offuscano la mente, le verifiche che minacciano di farti crollare, ma rientrare comunque a casa con la primavera nel cuore.
domenica 27 maggio 2012
lunedì 21 maggio 2012
Mavaffanculo.
Vi parlate due volte all’anno,
in quelle due volte sareste capaci di litigare anche sul colore del cavallo
bianco di Napoleone o sul fatto ovvio che io per respirare ho bisogno d’ossigeno,
non sarebbe più facile non parlavi? Ho limitarvi alle frasi strettamente
necessarie, visto che se andate fuori da quelle dieci parole finiti col
litigare e con il mettere in mezzo me?
Ho passato quasi metà della mia vita a riempirmi di sensi di colpa, ora che sono arrivata ad un compromesso instabile con me stessa voi vi rimettete a litigare con discorsi campati in aria e con al centro me per finire sempre a sfogarvi, a riempirvi reciprocamente di insulti più o meno nascosti, con me.
Sapete che c’è? C’è che quella mia ipotetica e futura casa su cui vi siete messi a litigare potete mettervela allegramente in quel posto, perché non la voglio visto su cosa si andrebbe a poggiare o se proprio dovrà esserci prendetemela il più lontano possibile così posso fingere di non essere in casa, di avere il cellulare non raggiungibile, la prossima volta che avete intenzione di usarmi come sacco per sfogarvi.
Ho passato quasi metà della mia vita a riempirmi di sensi di colpa, ora che sono arrivata ad un compromesso instabile con me stessa voi vi rimettete a litigare con discorsi campati in aria e con al centro me per finire sempre a sfogarvi, a riempirvi reciprocamente di insulti più o meno nascosti, con me.
Sapete che c’è? C’è che quella mia ipotetica e futura casa su cui vi siete messi a litigare potete mettervela allegramente in quel posto, perché non la voglio visto su cosa si andrebbe a poggiare o se proprio dovrà esserci prendetemela il più lontano possibile così posso fingere di non essere in casa, di avere il cellulare non raggiungibile, la prossima volta che avete intenzione di usarmi come sacco per sfogarvi.
venerdì 18 maggio 2012
Di belle visuali, gente che da te vuole farsi uccidere, domande senza senso e di altre cose belle #3
Ragazzino di prima che ad inizio anno ti ferma e ti chiede, senza neanche salutare o presentarsi, dove hai comprato la maglia che hai addosso, quanto l’hai pagata e quanto tempo fa. Ragazzino di prima che da quando era a fare il Trinity con me e le mie compagne di classe non fa altro che salutarmi (soprattutto quando sono per le scale ed è una cosa rischiosa, vista i livelli di imbranataggine che ho raggiunto nelle ultime settimana) e che mi parlano in maniera incomprensibile, che però, nonostante tutto, ti fanno un po’ sorridere perché ha la faccia butterellata e ti ricorda l’amico D.
mercoledì 16 maggio 2012
martedì 15 maggio 2012
Cose che ti fanno sorridere #4
Professori che ti dicono di girarti e che scherzando aggiungono che “hai una faccia da folletto” (perché avrei una faccia da folletto? e cosa vuol dire poi!?) e compagne che dopo un tuo commento, rivolto solo al prof., dove citi Harry Potter ti chiamano Hermione per prenderti in giro sul fatto che vai bene in (quasi) tutte le materie e inconsapevolmente ti fanno un complimento.
lunedì 14 maggio 2012
Scrivere a scuola, perché mi manca qualcosa da fare e l'interrogazione di economia fa dormire.
A scuola stanno passando l'aspirapolvere, ma non in terra, dove sarebbe una cosa saggia passarlo, ma sulla fotocopiatrice. Ha un senso, effettivamente, sono io a non trovarlo.
Economia dovrebbe interrogare, in pratica sta parlando con un tizio di cibo e a me sta venendo fame di dolci, ma devo aspettare un'altra ora prima di mangiare.
Sto scrivendo, perché devo far qualcosa, sennò potrei mettermi a sclerare come l'altro giorno uscita da scuola, ma non credo sia una cosa saggia da fare, però il quaderno e l'agenda sono nello zaino, troppo lontano da qua.
F. non risponde, sta male e io ho istinti da "mammina" a distanza. Mi (faccio) schifo e tanto, non mi piace quando nascono in me questi istinti.
(F. non è quello che voglio, ma sarebbe bello abbracciarlo all'infinito).
Google Maps ha una macchina e questa macchina girava in zona. Io ero convinta che le foto le facessero dal satellite, ci sono rimasta male. D. si vanta di essere rimasto su Google Maps, sta tranquillo, sei figo per questo. Mavaffanculopureate.
Quello di economia sta facendo cercare ad L. Springfield, non dovevi interrogare per fargli saldare il debito?
(Tanto non lo salvano, si arrampicano sugli specchi come facevo io tempo fa quando non sapevo le cose).
Voglio andare a casa e dormire, dormire tutto il giorno, fino a domani e saltarmi il lunedì che è pieno di lezioni di merda.
Economia dovrebbe interrogare, in pratica sta parlando con un tizio di cibo e a me sta venendo fame di dolci, ma devo aspettare un'altra ora prima di mangiare.
Sto scrivendo, perché devo far qualcosa, sennò potrei mettermi a sclerare come l'altro giorno uscita da scuola, ma non credo sia una cosa saggia da fare, però il quaderno e l'agenda sono nello zaino, troppo lontano da qua.
F. non risponde, sta male e io ho istinti da "mammina" a distanza. Mi (faccio) schifo e tanto, non mi piace quando nascono in me questi istinti.
(F. non è quello che voglio, ma sarebbe bello abbracciarlo all'infinito).
Google Maps ha una macchina e questa macchina girava in zona. Io ero convinta che le foto le facessero dal satellite, ci sono rimasta male. D. si vanta di essere rimasto su Google Maps, sta tranquillo, sei figo per questo. Mavaffanculopureate.
Quello di economia sta facendo cercare ad L. Springfield, non dovevi interrogare per fargli saldare il debito?
(Tanto non lo salvano, si arrampicano sugli specchi come facevo io tempo fa quando non sapevo le cose).
Voglio andare a casa e dormire, dormire tutto il giorno, fino a domani e saltarmi il lunedì che è pieno di lezioni di merda.
martedì 8 maggio 2012
Quanti vorrei che non ho detto e non dirò (mai).
Vorrei
non dovermi preoccupare di cosa dicono di me perché vado bene a scuola.
Vorrei andare bene in tutto.
Vorrei andare bene in tutto.
Vorrei essere
brava nei rapporti umani.
Vorrei
essere alta.
Vorrei
essere intraprendente, coraggiosa.
Vorrei
non sapere cosa voglia essere timida, perché di bello nel essere timida c’è
zero.
Vorrei
sapere fare gli origami.
Vorrei
essere capace di far rimanere le persone e non lasciarle andare “giustificando”
l’arrendevolezza con un “ma è quello che vogliono”.
Vorrei
tornare a suonare, come quando andare a lezione era l’unica cosa bella.
Vorrei
sorridere a chi conosco con la stessa leggerezza con cui sorrido agli
sconosciuti.
Vorrei
avere qualcuno che non mi chieda i compiti, di questa o quella cosa
superficiale, ma che mi chiedesse qualcosa di semplice, ma a cui rispondere è
complicato (o almeno lo è per me).
Vorrei un amico di penna, no, anzi vorrei uno sconosciuto di penna che diventa un amico. Uno sconosciuto che si raccontasse portandomi a raccontarmi.
Vorrei un amico di penna, no, anzi vorrei uno sconosciuto di penna che diventa un amico. Uno sconosciuto che si raccontasse portandomi a raccontarmi.
Vorrei
saper dire “io voglio” e non dire sempre “io vorrei”.
lunedì 7 maggio 2012
venerdì 4 maggio 2012
Cose che ti fanno sorridere #3
I treni.
Le foto con espressioni sceme.
Le stazioni.
I baci sulla fronte.
I papaveri.
Camminare senza meta.
Le amiche.
Quelle “vecchie”.
Quelle “nuove”.
La paura di perdere il treno.
La stanchezza a fine giornata.
giovedì 3 maggio 2012
Quella che eri, quella che sei.
E’ strano
rientrare lì dopo quattro anni, lì dove di anni ne hai passati 11. E’ strano
rientrare lì dopo essermi giurata che se rientravo lì era per sbattere nel muso
a quella persona che io non ero – e non sono – la persona che diceva lei,
invece ci sono rientrata solo per salutare. E’ strano rientrare lì ed essere
riconosciuta e parlare di quello che era quella classe.
E’ strano
rientrare lì e vedere quella che sei insieme a quella che eri.
Quella che eri che ti saluta, stando in piedi fuori dalla porta, quella che eri che ti saluta mentre corre su per le scale con lo zaino dei pokémon, quella che eri che ti saluta mentre resta seduta su un mobiletto rosso con un grembiule rosa pieno di patacche colorate. Quella che eri che ti sorride come per dirti “okay, non stai andando proprio nella direzione che volevi, ma è okay”, quella che eri che è diversa da quella che sei, ma non poi così tanto.
Quella che eri che ti saluta, stando in piedi fuori dalla porta, quella che eri che ti saluta mentre corre su per le scale con lo zaino dei pokémon, quella che eri che ti saluta mentre resta seduta su un mobiletto rosso con un grembiule rosa pieno di patacche colorate. Quella che eri che ti sorride come per dirti “okay, non stai andando proprio nella direzione che volevi, ma è okay”, quella che eri che è diversa da quella che sei, ma non poi così tanto.
Quella
che eri e quella che sei, nello stesso posto, nello stesso momento, per un
istante, giusto quello che basta a decidere di andare avanti.
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