mercoledì 26 dicembre 2012
venerdì 21 dicembre 2012
Going the distance.
Solo che mi ha fatto venire voglia di avere la possibilità di scrivergli: “Stupido
essere, guardati Amore a mille miglia e capisci un po' di cose. Capisci che io
e te non viviamo in due stati diversi dell'America, viviamo nello stesso stato,
abbiamo lo stesso fuso orario, siamo distanti svariate ore di treno, tre ore di
macchina e volendo potrei anche mettermi a cercare quanto ci vuole in
mongolfiera e invece tu non capisci un cazzo ed io e te siamo ancora qua, a
chiedere a qualcun'altro "l'hai sentita?" o "l'hai
sentito?" perché non siamo capaci a parlarci, capaci di crearci una
possibilità di vederci mentre questi due si vedono una volta ogni tre mesi e
ridono, ad orari diversissimi, guardando uno stupido video mentre parlano al
telefono da due stati lontani.
Sì, io non sono Drew Barrymore, non ho il suo sorriso, il suo fascino e io se dormo su uno scalino da ubriaca non mi risveglio spettinata, col viso scarabocchiato da mia nipote ma ugualmente bella, mi sveglio uno schifo, ma anche se non sono lei, io e te potremmo essere in una stazione abbracciati... anche da amici, ma potremmo essere noi.”
Sì, io non sono Drew Barrymore, non ho il suo sorriso, il suo fascino e io se dormo su uno scalino da ubriaca non mi risveglio spettinata, col viso scarabocchiato da mia nipote ma ugualmente bella, mi sveglio uno schifo, ma anche se non sono lei, io e te potremmo essere in una stazione abbracciati... anche da amici, ma potremmo essere noi.”
mercoledì 5 dicembre 2012
Cose che ti fanno sorridere #7
Son giorni di sorrisi sinceri, sorrisi modesti, a volte leggermente accennati e mi
dicono persino che oggi ho più colore sul viso, forse è il sorriso che distrae
da una carnagione troppo bianca.
Son giorni di sorrisi sinceri, sorrisi modesti, ma a volte enormi, come quando ieri, quel ragazzo che è un perfetto sconosciuto è tornato a passarmi davanti, girare il viso, sorridere e dire “ciao” a voce bassa ed io che invece son più sgraziata rispondo “ciao” ad alta voce, probabilmente diventando bordeaux ma sorridendo a mia volta o come quando oggi ci siamo incrociati a ricreazione, dove ha salutato con un gesto della testa e con un sorriso leggermente accennato. Lui sorride così, senza lasciare capire se sorride perché vuole sorridere o perché deve, ma a me va bene così, perché poi mi ritrovo sul viso dei sorrisi enormi per cui mi spavento un piccolopoco, ma che mi fanno anche tanto bene.
Sono giorni di sorrisi sinceri in mezzo ad uno schifo costante, ma va bene così, ho fatto una promessa a me stessa ed io, le promesse, tendo a mantenerle. Sempre.
Son giorni di sorrisi sinceri, sorrisi modesti, ma a volte enormi, come quando ieri, quel ragazzo che è un perfetto sconosciuto è tornato a passarmi davanti, girare il viso, sorridere e dire “ciao” a voce bassa ed io che invece son più sgraziata rispondo “ciao” ad alta voce, probabilmente diventando bordeaux ma sorridendo a mia volta o come quando oggi ci siamo incrociati a ricreazione, dove ha salutato con un gesto della testa e con un sorriso leggermente accennato. Lui sorride così, senza lasciare capire se sorride perché vuole sorridere o perché deve, ma a me va bene così, perché poi mi ritrovo sul viso dei sorrisi enormi per cui mi spavento un piccolopoco, ma che mi fanno anche tanto bene.
Sono giorni di sorrisi sinceri in mezzo ad uno schifo costante, ma va bene così, ho fatto una promessa a me stessa ed io, le promesse, tendo a mantenerle. Sempre.
domenica 2 dicembre 2012
Se tu tornassi dopo un numero preciso di ore, io inizierei ad essere felice da ventiquattro ore prima.
Sai cosa mi piace del fatto che sparisci e dopo un tempo che varia ogni volta ritorni a
farti sentire? Sì, perché c’è una cosa che mi piace e l’ho capito oggi, per
caso, ed era questo a farmi illuminare gli occhi e non il sole.
Mi piace il fatto che, nonostante io resti sulle mie, nonostante possa tirarti qualche frecciatina, io perda il conto delle ore della tua assenza. Tutte le volte che tu torni, dopo infinite ore, io, puntualmente, perdo il conto e non ricordo neanche se erano più vicine alle duecento o alle trecento ore.
E io vorrei dirti questo, ma solo dirti che il sentirsi domani dipende da te.
Mi piace il fatto che, nonostante io resti sulle mie, nonostante possa tirarti qualche frecciatina, io perda il conto delle ore della tua assenza. Tutte le volte che tu torni, dopo infinite ore, io, puntualmente, perdo il conto e non ricordo neanche se erano più vicine alle duecento o alle trecento ore.
E io vorrei dirti questo, ma solo dirti che il sentirsi domani dipende da te.
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