venerdì 27 dicembre 2013

"Non posso mica lasciarti a marcire qua!"

Ciao,
non volevo scriverti neanche una lettera che non avresti mai letto, ma ne ho già iniziate quattro e nessuna di quelle conteneva le parole giuste, chissà perché, con te, sbaglio sempre tutte le parole.
Anzi, una volta sola ho usato le parole giuste, ma quella volta, non si può dire che le abbia “trovate”, erano fin troppo spontanee. Sai quale volta era? Era quel sabato sera in cui ti scrissi che se mai sarei riuscita ad andarmene da qui, ti avrei portato via con me e tu mi rispondesti che non potevo farti più felice. Buffo, no? Io cerco le parole e le uniche giuste, son quelle non cercate.
Domani parto, torno solo con l’anno nuovo… non è che torni anche te, vero? Stupido sperarlo, pensarlo, dopo le tue risposte-non risposte.
(E se ora, di punto in bianco, ti scrivessi “se non fosse per ieri, per i leciti dubbi che hai fatto nascere… anzi, nonostante ieri e i leciti dubbi, vorrei che partissi con me, visto che questo posto lo odiamo entrambi”).
Forse è meglio che vada a letto, domani è una levataccia e un giorno lungo da affrontare.
Ciao, anche se, forse, questa volta dire “addio” sarebbe più appropriato, ma c’hai mai pensato a quanto la parola “addio” abbia un suono orribile? Anche a scriverla, come parola, rimane sempre una parola “dal brutto suono”.

Nessun commento:

Posta un commento