Stavo pensando a quella volta, più di due anni fa, quando ricevetti un abbraccio così forte da rimettere tutto apposto dopo un attacco d’ansia, il peggiore di sempre.
Stavo pensando a sabato sera, quello di due giorni fa, quando un’amica mi ha domandato se quello non fosse lui, dopo essergli passata accanto senza accorgermene ricevendo solo un’occhiata di gelido rancore.
Stavo pensando a come lui sia diventato un perfetto sconosciuto, di come io sia cresciuta rimanendo in piedi senza di lui, senza i suoi abbracci, senza la sua compagnia a camminare per qualche chilometro sotto al sole d’agosto per delle crepes e per tanta tristezza
Stavo pensando che ho un groppo in gola maledetto, tutte urla e lacrime represse, che mi rende pesante respirare e che l’unica soluzione sarebbe camminare per chilometri, per sedersi davanti al fiume, mentre qualcuno ti passa un accendino in silenzio.
Io mi salvo da sola, però, così mi tengo il groppo in gola e non permetto più a nessuno di avvicinarsi come avevo permesso a lui.
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