venerdì 23 ottobre 2015

Ultimamente sorrido un sacco, esco, controllo bene la mia ansia, soprattutto quella sociale, le mie insicurezze sono tenute a bada da una finta sicurezza ben costruita. Ovvio, ho i miei momenti no in cui voglio stare da sola e sopporto solo me stessa, tipo ora che avrei un audio da sentire di uno sfogo di un'amica, ma non ne ho voglia. Fanculo, è venerdì sera, ho avuto una bella giornata, tra un po' esco e chi me lo dice che devo sempre fare da spalla? Ecchepalle. Ora scrivo, poi leggo, sono troppo buona.
Ho razionalizzato che una perdita è stata la mia forza. Ho chiuso un'amicizia, l'ho chiusa più di un anno fa, qualche mese fa, quando si è rifatta viva con un messaggio falso come i soldi del Monopoli, ho chiuso davvero, ma solo da poco ho realizzato che perderla è stata la mia forza, la mia voglia di cambiare. Mi faceva sentire inferiore, sbagliata con me stessa. E' la perfetta descrizione del disturbo narcisistico che ha fatto la mia professoressa di Pedagogia generale ha fatto durante una conferenza sul Don Giovanni: è empatica in maniera negativa, dà agli altri quello che vogliono solo per suo tornaconto personale, vuole essere compiaciuto e se in un rapporto, di qualsiasi tipo, qualcuno lo contraddice o non è come vuole, cambia comportamento pensando al complotto, lo allontana. Lei, Pari pari. Il compiacersi è stata la cosa che mi ha distrutto di più, perché lei è quel tipo di persona che si lamenta delle sue cosce perfette, quelle cosce che altre vorrebbero e che i ragazzi apprezzano, davanti a chi non ha di certo delle cosce perfette e ha già problemi a conviverci senza veleni inutili di chi finge problemi che non ha. Poi, le cosce erano solo la punta dell'iceberg, l'esempio. Dà quando ho eliminato questa persona dalla mia vita, io mi sono ritrovata più sicura di prima, accetto meglio me stessa e i miei difetti. Vivo meglio, in tante cose.
Le perdite sono una cosa strana, come fa a fare bene qualcosa che se ne va?
Ho un sacco di cose che porto nascoste, non ne parlo con nessuno perché non mi va e perché non so con chi parlarne, così poi a volte mi spengo e vorrei solo non farlo, perché ho questa maschera così perfetta ultimamente che mi dispiace rovinarla.
E farnetico, farnetico troppo se sono da sola e non vorrei esserlo. Vorrei essere fuori, un drink davanti e chiacchiere leggere da venerdì sera. O vorrei essere con lui, a far nulla, ma semplicemente avere una scusa buona per ignorare il resto del mondo per un po'.

1 commento:

  1. I rami secchi vanno tagliati, anche io qualche anno fa ho allontanato amiche con cui fino al giorno prima ho dormito e mangiato ma mi sono resa conto che quei rapporti erano per me dannosi, amore e odio. Alcune persone consapevolmente e non ci fanno male e sta a noi smettere di subire.

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