lunedì 11 gennaio 2016

There's a starman waiting in the sky, he's told us not to blow it, 'cause he knows it's all worthwhile.

E' la terza volta che inizio a scrivere questo post, perché non riesco a raccontare quanto un'artista musicale sia stato importante per me senza far tornare alla mente anche i ricordi tristi, senza farmi prendere da un senso di smarrimento che conosce solo chi alla musica ci ha legato alla sua vita.
Stamani ero in un'aula universitaria quando mi sono vista arrivare un messaggio che recitava solo "E' morto Bowie.", perché non c'era altro modo di dirlo, non c'erano modi per essere più delicati. Ho avuto gli occhi lucidi per i due minuti successivi, due minuti in cui ho rivisto la me stessa degli ultimi nove anni scorrermi davanti insieme a tutti i ricordi che avevo davanti. David Bowie è stato uno di quelli artisti che non ho mai e poi mai mollato, neanche per un attimo, in qualsiasi periodo musicale o della mia vita mi trovassi.
E' stato capace di farmi scoprire l'altro lato del genere che più amo, di farmi scoprire che il Rock aveva un lato camaleontico, colorato, mai uguale, mai ripetitivo, mai banale nei suoi, nelle sue manifestazioni, nei suoi testi. E' stato capace di addolcire quella me di quattordici anni che si stava avvicinando velocemente e totalmente al Punk, al Rock più grezzo e casinista, ma è stato capace anche di guidarla attraverso i cocci di casa mia, di una pre-adolescenza e di un'adolescenza tutto tranne che rosea. E' stato capace di accompagnarmi nel tentare di scrivere quelle infinite storie che non sono mai riuscita a concludere, mi ha fatto da sotto fondo tante di quelle volte che se mai ne avessi finita una il primissimo ringraziamento avrebbe dovuto essere "Grazie a David Bowie, perché senza la sua compagnia io non avrei finito neanche una frase minima".Oltre a questo, mi ha accompagnato in tanti piccoli momenti di gioia, con canzoni più spensierate, ma anche momenti più tristi, perché solo io e il mio cuscino sappiamo quante lacrime ho versato sentendo "Letter To Hermione" (e non si può spiegare il magone che ho, oggi, a risentirla dopo averla sentita solo pochi giorni fa perché mi faceva sentire capita, ora mi fa sentire sola), quanti ricordi vengono fuori quando sento "Rebel Rebel": il ritornello scritto su un foglio di carta con un disegno di David con la saetta fatto da un'amica una molti anni fa e che dalla parete di camera mia è stato staccato solo nel momento del trasloco, per essere messo al sicuro. Non fece scelta più azzeccata, per quello che significa per me quella canzone, per l'amore che ho (la prima canzone non si scorda mai, no?), la gioia che mi mette in corpo.
Dopo il concerto di Patti Smith confessai a mia madre "dopo aver visto Patti Smith, posso sperare di vedere anche David Bowie"... resterà solo un sogno.
So che se posso sentirmi capita dalla musica è anche merito suo, come so che se molte notti di molti anni fa ho smesso di piangere prima di addormentarmi era perché in cuffia c'era David che (mi) cantava "Just turn on with me and you're not alone / Let's turn on with me and you're not alone / Let's turn on and be not alone / Gimme your hands cause you're wonderful".
So che io cambio sempre, non riesco mai ad essere uguale a me stessa, non a caso la cosa che mi sento dire spesso è "sei diversa, sei cambiata tanto", pensavo di avere qualcosa di strano, ma poi un giorno trovai una sua intervista in cui diceva
"Non cambio per confondere le persone. Sto solo cercando. Questo causa i miei cambiamenti. Sto solo cercando me stesso."
(David Bowie, intervista del 1978). 
e allora ho capito che, molto prima della mia nascita, mi aveva già riassunto.
Ogni cosa che potrei continuare a dire sarebbe banale.
Grazie. Grazie come si può dire solo ad un'artista che ha dato tanto con la sua musica, che continuerà a dar(mi) tanto anche senza poter(mi) regalare altre canzoni.

2 commenti:

  1. Grande Em , un post bellissimo di quelli che mi affascinano perchè vengono scritti non sono con la testa ma soprattutto con il cuore e i cambiamenti sono sempre utili , sono l'evoluzione della vita, delle persone , di noi stessi anche se non ce ne accorgiamo...
    Lo sentiremo , ma non lo rivedremo mia cara ..Un vero peccato che tu non l'abbia visto dal vivo, ma la grande sacerdotessa del rock , può lenire abbondantemente le tue ferite.
    Non ricordo il tuo avatar , ma mi farebbe piacere ti unissi al mio blog...poi con questi chiari di" google" che acchiappa e butta via i follower..lasciamo perdere..
    Ancora brava e un bacione serale!

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    1. Grazie, ho scritto post per riuscire a rimettere in ordine un po' di cose, mi fa piacere che sia riuscita a far capire che lo stavo scrivendo anche, e soprattutto, con il cuore.
      La sacerdotessa del rock e il ricordo di averla vista dal vivo, su quel palco risultava più umana di molti altri, lenisce tante cose, anche il dispiacere di non riuscire a vedere David dal vivo. Comunque, tutto quello che ha dato alla musica, al cinema e all'arte in generale resterà. David era da definire "Artista" con la maiuscola.
      Comunque conosco e seguo il tuo blog da un po', anche se in spesso in silenzio, e lo trovo bellissimo.
      Un abbraccio, ancora grazie :).

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